Pedemontana, De Berti: "Tosi cade ancora ma ora il dolo è evidente, non solo l’ignoranza”

"Leggo l’ennesima dichiarazione di Flavio Tosi sulla Pedemontana con un misto di stupore e tenerezza. Ormai delle due l’una: o ha difficoltà a comprendere l’italiano, oppure c’è dolo nelle sue parole. E, a questo punto, la recidiva fa pensare che non sia solo ignoranza, ma una precisa volontà di mistificare la realtà”. Lo afferma la Vicepresidente della Regione Veneto e Assessore alle Infrastrutture, Elisa De Berti, replicando alle affermazioni dell’europarlamentare Tosi rilasciate oggi alla stampa, dopo giudizio di parifica della Corte dei conti che ha approvato il rendiconto e l’operato della Regione del Veneto.
“Proverò per la terza volta a spiegare a Tosi come stanno le cose, stavolta in maniera didascalica, così magari riesce a memorizzare almeno qualche concetto essenziale. Punto per punto, senza ambiguità”, prosegue De Berti, che elenca:
1. La Pedemontana Veneta, che oggi Tosi disprezza e definisce “un’opera piena di debiti”, è la stessa identica opera che lui ha approvato e votato da assessore regionale. Era in Giunta Galan quando furono varate le delibere fondanti del progetto, da lui condivise. Se oggi gli fa così orrore, forse dovrebbe fare autocritica, non polemica.
2. Quel progetto, ereditato in condizioni critiche, è stato completamente rinegoziato dalla giunta Zaia nel 2017 con la stipula del TAC (Terzo Atto Convenzionale). Quella rinegoziazione ha fatto risparmiare alla Regione ben 9 miliardi di euro, rispetto alla proiezione dei contratti originari approvati da chi oggi grida allo scandalo. Altro che debiti.
3. La Corte dei conti – lo ricordo a chi non legge, o finge di non leggere – ha chiarito già nel 2020 che i vecchi contratti esponevano la Regione a un “potenziale ingente esborso patrimoniale”. Il TAC del 2017 ha invece garantito un equilibrio economico-finanziario sostenibile, tutelando le finanze pubbliche. La Corte l’ha approvato, dopo un importante lavoro effettuato in sinergia con la Regione Veneto.
4. L’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) ha anch’essa confermato la regolarità del procedimento e la bontà della rinegoziazione, giudicandola conforme e migliorativa rispetto al quadro contrattuale precedente.
5. Quanto al cosiddetto “rischio di impresa”, la Corte dei conti, anche nel giudizio di parifica approvato già nel 2020, aveva ribadito che quel rischio è sempre stato sin dall’inizio in capo alla Regione, fin dal 2006, quando proprio Tosi sedeva in Giunta e approvava – evidentemente senza comprenderli – quegli stessi atti. Forse non li ha letti nemmeno allora.
“Sorprende – conclude De Berti – che un europarlamentare che abbiamo scoperto si candida in autonomia dalla maggioranza alla Presidenza della Regione parli senza informarsi, manipoli i dati e attacchi un’opera strategica solo per racimolare un titolo sui giornali. Ma si sa, Tosi è da sempre in campagna elettorale permanente. Peccato che i risultati, per lui, continuino ad essere disastrosi”.