Tosi: "Sanità e Pedemontana, Corte dei Conti certifica i problemi che lascia in eredità Zaia"

“La Corte dei Conti purtroppo certifica e mette il timbro su quelli che si sapeva essere i due grandi problemi che lascia in eredità Zaia: la sanità, in particolare le liste d’attesa, e la Pedemontana, che crea voragini nel bilancio regionale”. Lo dichiara l’europarlamentare e coordinatore veneto di Forza Italia Flavio Tosi, dopo la relazione della Corte dei Conti sul rendiconto finanziario 2024 della Regione Veneto.
Tosi sottolinea le parole del procuratore Crea sulla Pedemontana, che nel 2024 ha creato 49 milioni di disavanzo: “Il punto è che la Regione, modificando le linee guida del project financing, ha accollato i rischi di impresa su se stessa anziché sul concessionario. E fino al 2059. Risultato? Un salasso per i conti regionali che rischia di protrarsi all’infinito. La Pedemontana è un’opera fondamentale, ma Zaia ha cambiato le condizioni con il privato, firmando un contratto svantaggioso per la Regione”.
Sulla sanità Tosi evidenzia: “Nessuno mette in discussione la risposta ai casi acuti e la grande interventistica, assolute eccellenze. La Regione però nel 2024 è riuscita ad erogare l’89 per cento delle prestazioni a 30 e 90 giorni, ma quello che non si dice è che l’11% rimasto scoperto, equivale ad almeno 120 mila prestazioni sanitarie di questa tipologia (vedi allegato, nda). Un’enormità! Per oculistica, dermatologia, alcune prestazioni diagnostiche, anche cardiologiche, le liste d’attesa sono di mesi e mesi, lo stesso dicasi per gli interventi programmati (cataratta, protesi, ecc), per quelli i pazienti veneti devono attendere anche più di un anno”.
“Dunque – prosegue Tosi – c’è molto da fare. Infatti, noi avremmo evitato le manifestazioni di giubilo di Palazzo Balbi. Nel 2024 l’avanzo di cassa del bilancio della Sanità è stato di quasi 450 milioni. 450 milioni quindi liquidi e spendibili, ma solo una piccolissima parte è stata messa per ridurre le lista d’attesa. I soldi dunque ci sono, ma non ne vengono investiti a sufficienza per contrastare l’enorme problema che i veneti vivono in prima persona. È questione di volontà e priorità politica: i fondi vanno destinati per l’acquisizione di prestazioni diagnostiche, sia dal pubblico che dal privato convenzionato. Basti pensare che nel 2024 in Veneto la spesa da parte dei cittadini per prestazioni pagate totalmente in regime privatistico sfiora i 4 miliardi di euro, una cifra mostruosa: chi non ottiene risposte dal pubblico o dal privato convenzionato in tempi accettabili, o si paga l’intera prestazione o addirittura talvolta rinuncia a curarsi”.