Economia di Redazione , 15/05/2025 7:41

Fiom Verona, dichiarato lo stato di agitazione alla Ammann Italy di Bussolengo

Fiom Verona
Fiom Verona

La Ammann è una multinazionale svizzera, leader a livello mondiale per gli impianti di asfalto, le macchine e i servizi per l’industria delle costruzioni, con specifica competenza settoriale nelle costruzioni stradali e nell’infrastruttura dei trasporti. Nello stabilimento della Ammann Italy di Bussolengo, nello specifico, aperto in provincia di Verona da 60 anni, si producono macchinari per l’asfalto, finitrici e compattatori.

Nelle scorse settimane l’azienda ha convocato RSU e i funzionari della Fiom Verona per informarli della necessità di introdurre, per ragioni economiche,sostanziali modifiche dell’assetto produttivo dell’azienda, con conseguente pesante impatto sull’occupazione, introducendo processi di esternalizzazione ed effettuando ulteriori interventi finalizzati a diminuire costi fissi ed eliminare antieconomicità produttive, il tutto, ovviamente in modalità assolutamente unilaterale.

Durante gli incontri successivi, che si sono tenuti il 29 aprile e il 5 maggio, l’azienda ha confermato le proprie posizioni e l’intenzione di delocalizzare l’intero reparto produttivo del sito di Bussolengo, che attualmente si occupa unicamente del montaggio del prodotto, presso lo stabilimento turco dell’azienda, comprendendo anche i vari reparti collegati alla produzione, tra i quali il magazzino.

Nella mattinata di oggi l’azienda ha aperto la procedura per 64 esuberi su 157 lavoratori, legati appunto alla produzione e al magazzino, reparti che hanno deciso di chiudere definitivamente in Italia a favore della Turchia, nonostante 60 anni di permanenza continuativa nel territorio veronese, senza alcun rispetto, come sempre accade, per il tessuto sociale che pagherà le conseguenze di questa delocalizzazione

“Come Fiom sappiamo che queste scelte sono motivate unicamente dalla mancanza di marginalità derivante da scelte strategiche sbagliate a livello aziendale. Stimiamo che queste decisioni avranno un impatto importante sull’occupazione dello stabilimento, in quanto coinvolgeranno 64 dipendenti su un complessivo di 157 lavoratori (e 5 lavoratori in somministrazione che hanno le missioni che scadono entro la fine del 2025). Non è possibile che, ancora una volta, siano lavoratori e lavoratrici a dover pagare il prezzo di un management incapace e poco lungimirante che decide di lasciare a casa 67 lavoratori invece di ragionare e impegnarsi per un possibile recupero della marginalità perduta, e sottolineiamo, appunto, marginalità, non fatturato. Speriamo che le istituzioni, questa volta, riescano ad intervenire in maniera severa e incisiva perché ormai le motivazioni addotte per chiudere rasentano la farsa. Abbiamo chiesto all’Assessora al Lavoro regione Veneto Mantoan e al dott. Bascetta dell’Unità di crisi regione Veneto un tavolo urgente che è stato fissato per il 21 maggio per poter trovare una soluzione alternativa a questa ennesima delocalizzazione selvaggia e immotivata. I lavoratori e le lavoratrici della AMMANN Italy meritano tutto il nostro e il loro impegno per riuscire a trovare una strada diversa che possa conservare tutti e 157 i posti di lavoro, senza se e senza ma. Da oggi, ovviamente, abbiamo proclamato lo stato di agitazione e stiamo fissando tutte le assemblee con i lavoratori e le lavoratrici per fissare la data del primo sciopero per cominciare a farci sentire e a protestare contro queste decisioni senza testa e senza anima.” hanno dichiarato Devis Bonomini e Martino Braccioforte della Fiom veronese.