Attualità di Redazione , 23/07/2025 9:27

Riforma giustizia, Matteo Pressi: “Gli stranieri scontino carcerazione nel loro paese”

Matteo Pressi
Matteo Pressi

Sono giorni caldi sul fronte della giustizia, con la recente approvazione in seconda lettura da parte del Senato della riforma costituzionale.
Un tema, quello della giustizia, che incrocia altre problematiche, alcune tra loro intrecciate, come quello del sovraffollamento delle carceri e della certezza della pena.
Come evidenzia il sindaco di Soave, Matteo Pressi: “il problema del sovraffollamento carcerario conduce a due conseguenze. La prima riguarda i detenuti, i quali, al netto dei fatti commessi, sono delle persone e come tali vanno considerate. Le carceri non possono essere hotel di lusso ma non è nemmeno possibile trattare le persone, ancorchè colpevoli, come si trattano gli animali”.
Il sovraffollamento carcerario, poi, produce una seconda conseguenza sul piano pratico. “E' evidente che se non c’è spazio nelle carceri, molti soggetti che andrebbero custoditi nelle strutture circondariali rimangono a piede libero. E così, come capitato anche in alcuni capoluoghi del Veneto, una persona si ritrova a contatto, più volte al giorno, con il suo aggressore o con il ladro che ha rubato nell’abitazione o nel negozio di un cittadino onesto. Questo non è tollerabile”, sottolinea Pressi.
Il sindaco di Soave, nell’analizzare il problema, avanza anche alcune soluzioni: “il Governo sta giustamente pensando ad un piano carceri. Se non c’è spazio nelle case circondariali, occorre costruirne di nuove perché la soluzione non può essere quella di lasciare a piede libero i criminali”.
Tuttavia, “questo è un percorso lungo, che comunque va intrapreso; nel frattempo va affrontata con urgenza la questione relativa alla popolazione carceraria straniera: queste persone devono essere espulse e devono scontare la pena nel loro paese di origine. Avremmo solo vantaggi: minori costi, carceri meno sovraffollate (e quindi più dignitose) e ulteriori posti per far scontare la pena ai soggetti che ad oggi, pur delinquendo, frequentano le nostre città indisturbati".
Un tema, quello dell’espulsione degli stranieri da avviare all’esecuzione della pena nel paese di origine che, alla luce dei numeri, assume una certa rilevanza.
Come evidenzia Pressi: “Al 30 aprile 2025, la popolazione carceraria totale in Italia era di 62.445 detenuti, di cui 19.660 stranieri, pari al 31,6 % del totale. Circa l’85 % dei detenuti stranieri proviene da Paesi extra-UE, mentre il restante 15 % è proveniente dall’Unione Europea. Le principali nazionalità, sono: Marocco (20,9 %); Romania (11,2 %), Tunisia (10,6 %), Albania (10,5 %). Queste quattro sole nazionalità costituiscono circa il 53,2 % degli stranieri detenuti”.
Un dato, quindi, che suggerisce l’ipotesi di rimettere al servizio della giustizia diverse migliaia di posti nelle carceri, garantendo la certezza della pena; “occorre stipulare accordi quantomeno con questi quattro Paesi. Sarebbe un inizio che, sul piano pratico, potrebbe dare in fretta dei risultati”, conclude Pressi.