Spettacoli di Redazione , 16/08/2025 9:55

VIDEO | In Arena il coinvolgente spettacolo dei Carmina Burana

I Carmina Burana si confermano un concerto spettacolare per sonorità e luci, un Medioevo immaginato con inni corali all’amore, alla vita, alla compagnia, all’ombra della fortuna che ruota senza sosta. La cantata scenica ha visto schierato sull’immenso palcoscenico un organico colossale: quasi 400 tra professori d’Orchestra di Fondazione Arena, artisti del Coro preparati dal maestro Roberto Gabbiani e voci bianche. Sul podio Andrea Battistoni, Maestro veronese dalla carriera internazionale, attualmente direttore principale della Tokyo Philharmonic e direttore musicale del Teatro Regio di Torino nonché bacchetta più ricorrente nel condurre il capolavoro di Orff in Arena, sin dalla prima del 2014,. Tre i solisti il baritono Youngjun Park; il controtenore Raffaele Pe, il soprano Erin Morley, apprezzata lo scorso anno nella Nona sinfonia beethoveniana e attesa Gilda in Rigoletto quest’anno. All’Arena di Verona i Carmina Burana, oggi popolari e amatissimi, sono approdati tardi, solo undici anni fa, e poi riproposti con successo per quattro volte. Un mondo sonoro creato negli anni ’30 tra sonorità antiche e moderne: una cantata spettacolare tratta dai canti goliardici dei clerici vagantes del Basso Medioevo, scoperti nella biblioteca del monastero benedettino bavarese. Da questa raccolta poetica, Carl Orff, compositore e didatta, scelse ventiquattro brani in latino, provenzale, alto tedesco medio e li tradusse in un linguaggio che guardava tanto alle sonorità sperimentali di Stravinsky quanto ad un linguaggio tonale più immediato con i mille colori di una strumentazione ricchissima, in un percorso drammaturgico che inneggia all’amore e alle gioie terrene della vita. Ad aprire e chiudere la celeberrima immagine della Fortuna, ruota su cui si alternano i destini dell’umanità.