"Tosca" di Giacomo Puccini, un nuovo allestimento in scena al Teatro La Fenice

Tra i titoli più amati dal pubblico, Tosca di Giacomo Puccini sarà in scena al Teatro La Fenice nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025. Verrà proposta in un nuovo allestimento con la regia di Joan Anton Rechi, le scene di Gabriel Insignares, i costumi di Giuseppe Palella e il light design di Fabio Benetello – e sarà il terzo titolo di questa Stagione a entrare nel repertorio delle produzioni fenicee – con Daniele Rustioni alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice. Spiccano i nomi dei tre interpreti principali: Chiara Isotton, Riccardo Massi e Roberto Frontali. Cinque le repliche al Teatro La Fenice, il 29, 31 agosto, 2, 4, 7 settembre 2025.
Melodramma in tre atti su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, l’opera trae il soggetto dall’omonima pièce del drammaturgo francese Victorien Sardou, rappresentata a Parigi nel 1887, che Puccini ebbe l’occasione di veder recitata da Sarah Bernhardt a Milano e Torino nel 1889. L’esordio del lavoro pucciniano avvenne il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma: da allora la vicenda d’amore e morte intrecciata al contesto politico tardo-settecentesco della restaurazione papale ha letteralmente dilagato, spopolando sui palcoscenici italiani e internazionali. Merito di un dramma ‘a forti tinte’, intessuto di azioni e passioni estreme come amore e gelosia, gioia e prostrazione, commozione e cinismo, tenerezza idilliaca e truce violenza. Ma anche della dirompente energia drammatica posseduta dalla sua partitura.
«Collocherò Tosca negli anni Cinquanta – ha spiegato il regista Jean Anton Rechi – all'interno di una dittatura senza nome e senza uniformi militari, che possano fare riferimento a un Paese in concreto. È tipico degli aguzzini di quei regimi mostrarsi ben vestiti, e senza la presenza militare condizionare le persone soltanto attraverso la paura. È il semplice timore di cosa potrebbe accadere a uno o all'altro a paralizzare la gente, senza necessariamente che si veda un'arma per strada o che un militare ti punti la pistola addosso. È ancora più pericoloso sospettare che tutti, e i tuoi stessi vicini, possano accusarti di qualsiasi cosa. Perciò questi Stati totalitari senza l'apparenza di esserlo sono inquietanti e spaventosi. È difficile spostare d'epoca Tosca, perché il libretto parla di situazioni e luoghi precisi e concreti. Tuttavia credo che questa storia sia universale, e prenderla e inserirla in una qualsiasi delle dittature che hanno funestato il ventesimo secolo, e in particolare quelle in auge nei Cinquanta, ci dà la possibilità di comprendere l'opera da un altro punto di vista. Di entrare nel già citato stato di terrore e capire come avremmo potuto comportarci noi in una situazione come quella. Mi è sembrato interessante 'muoverla' un po' per poter acquisire questa prospettiva. E penso sia importante enfatizzare il contesto di una qualsiasi società totalitaria, dove appunto i cittadini sono controllati attraverso la paura».
«Se Puccini è uno dei miei compositori preferiti – ha dichiarato il direttore d’orchestra Daniele Rustioni – è perché permette di immergerci in una tempesta di emozioni. Per me, l’opera è sempre come una tempesta che voglio condividere con il pubblico: non posso dirigere un’opera se prima non mi ha scosso fino in fondo, se non ho sentito una trasformazione dentro di me; se così non fosse, l’esito musicale sarebbe arido. Quindi voglio assolutamente che il pubblico sia preso alla gola e alle viscere, che abbia la pelle d’oca. Con Puccini è molto difficile trovare il giusto equilibrio emotivo, sia come interprete che come ascoltatore. Per farlo, bisogna tornare alle origini, cominciando con l’analisi del libretto, costruendo una propria idea di come dovrebbero essere incanalate queste emozioni e beneficiando di un tempo di prova musicale sufficiente con il cast e le masse artistiche e tecniche del teatro per costruire un’interpretazione vera: trovare l’emozione giusta nel rapporto tra le parole e la musica che le veicola, come un abito fatto su misura sulla sensibilità e la voce di ogni cantante. Per quanto mi riguarda, il fattore più importante è l’onestà: essere in grado sia di studiare oggettivamente la partitura per avere un’idea personale chiara sia di mettersi soggettivamente nei panni dei cantanti; ascoltare le emozioni che sanno trasmettere e plasmare il suono dell’orchestra per creare una reale unità di intenti musicali».
Di grande rilievo il cast di questo nuovo allestimento veneziano, formato dal soprano Chiara Isotton nel ruolo di Tosca, dal tenore Riccardo Massi in quello di Mario Cavaradossi, dal baritono Roberto Frontali in quello del barone Scarpia; il basso Mattia Denti sarà Cesare Angelotti, il baritono Matteo Peirone il sagrestano, il tenore Cristiano Olivieri, Spoletta e il baritono Matteo Ferrara, Sciarrone. Maestro del Coro Alfonso Caiani. Il ruolo comprimario del carceriere arà interpretato in alternanza dagli artisti del Coro del Teatro La Fenice Emanuele Pedrini e Carlo Agostini. Impegnate anche le voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani, istruiti da Diana D’Alessio. Ecco di seguito il dettaglio delle recite, con orari e turni di abbonamento: venerdì 29 agosto 2025 ore 19.00 (turno A); domenica 31 agosto ore 17.00 (turno B); martedì 2 settembre ore 19.00 (turno D); giovedì 4 settembre ore 19.00 (turno E); domenica 7 settembre ore 17.00 (turno C).