Spettacoli di Redazione , 19/05/2025 16:40

Si è chiuso il festival "Non c'è differenza" al Teatro Scientifico: il bilancio

Differenza

Si è conclusa domenica l'edizione numero 11 del festival “Non c'è differenza” al Teatro Scientifico – Teatro/Laboratorio in Lungadige Galtarossa. Sono state giornate dense di eventi che hanno fatto arrivare a Verona compagnie, artisti e operatori culturali da ogni parte d’Italia.

«Ho cercato di costruire un festival che unisse spettacoli ed eventi anche molto diversi tra loro per utilizzo di linguaggi, forme sceniche e tipologie di interventi, per offrire una visione poliedrica e sfaccettata che potesse aprire a visioni altre, unite dal “fil rouge” della tematica che è alla base del festival», afferma la direttrice artistica Isabella Caserta.

“Non c’è differenza”, infatti, è il festival dedicato all’altro da sé, per una cultura del rispetto e dell’inclusione, per l’abbattimento delle barriere fisiche e mentali.

«Molti gli stimoli che sono arrivati al numeroso pubblico che ha seguito gli spettacoli delle undici serate», aggiunge l’ideatrice e direttrice artistica del Festival. «Dalla forza violenta, quasi animalesca, della Compagnia Animali Celesti in “Lucignoli” si è passati alla determinazione ed energia del talentuoso attore sognatore Miguel Gobbo Diaz, orgogliosamente veneto di seconda generazione ne “L’inizio di un sogno”; dalle “Memorie del reparto n.6”, tratto da un racconto di Cechov, si è arrivati al “petit bijoux” di "Psychodrama" per la regia di Valerio Mieli, monologo interpretato da Valentina Virando».
«Anche gli incontri hanno portato riflessioni ricche, mai banali», prosegue Isabella Caserta, «su argomenti caldi come il fine vita del libro di Alexandre Laiter, tradotto per l'Italia da Martine Susana che lo ha presentato insieme all'editore Bonaccorso e ad Enrico Pieruccini; il diritto del "mostri" con la professoressa dell'Università di Verona, Cecilia Pedrazza Gorlero; il teatro carcere con l'operatore Alberto Ferraro; la scienza del futuro, oltre la sperimentazione animale con le dottoresse dell'Associazione OSA; e poi i film, i reading, il laboratorio, la mostra degli artisti sordi e i tanti altri appuntamenti che si sono succeduti sul palco del Teatro Laboratorio di Verona, che si conferma essere quel motore culturale che è fin dalla sua nascita, 57 anni fa».

Il festival vedrà  un ultimo spettacolo, oltre le mura di Verona: il 24 maggio alle ore 21 nel teatro di Roncà, dove andrà in scena "Lettera a una professoressa", dal libro curato da Don Milani. In scena, la Compagnia fiorentina Chille de la Balanza.