La danza celebra le divine Eleonora Duse e Isadora Duncan: "The Doozies" di scena al Camploy

Ritorna la danza a L’Altro Teatro dopo i fortunati sold out che hanno riempito il Camploy con la prosa. Come focus le figure femminili che hanno un posto centrale nella memoria collettiva per la loro personalità, reali e iconiche, che hanno trasformato e rinnovato l’arte di stare in scena: Eleonora Duse e Isadora Duncan. Un’occasione per celebrare le divine del teatro e della danza con la nuova creazione “The Doozies. Eleonora Duse, Isadora Duncan e Noi” - di e con Marta Dalla Via e Silvia Gribaudi che ha debuttato nel maggio dello scorso anno per le celebrazioni dei cento anni della morte della Duse.
Silvia Gribaudi, coreografa e danzatrice tra le più innovative della scena internazionale, conosciuta e apprezzata nella città scaligera per precedenti proposte che hanno impressionato il pubblico anche al Teatro Romano, mette al centro del linguaggio coreografico la comicità e la relazione tra spettatore e performer sarà accompagnata in scena dall’eclettica Marta Dalla Via, attrice, autrice, regista, per celebrare la meraviglia del to be doozy. ‘E’ un’espressione colloquiale americana di etimologia incerta, potrebbe indicare il fiore, la margherita (daisy in inglese), potrebbe riferirsi ad una lussuosa marca di automobili sportive (Dusenberg) oppure, -spiegano Gribaudi e Dalla Via- ed è la nostra opzione preferita, potrebbe omaggiare la divina attrice Eleonora Duse e il suo cognome italiano pronunciato goffamente oltreoceano: “Doozay” “Doozee” “Doosay”. In ogni caso lo slang americano che si può tradurre in essere così particolari da lasciare a bocca aperta, essere stupefacenti, essere assolutamente fuori dall’ordinario. Questo al loro tempo erano Isadora Duncan e Eleonora Duse, da cui il gioco ammiccante tra la parola inglese e il cognome della divina veneta quando veniva pronunciata dagli anglofoni.
Entrambe per la propria disciplina sono state fautrici di una vera e propria rivoluzione artistica e umana e questo spettacolo in maniera accorata vuole essere un omaggio a due icone del teatro e della danza che per la prima volta viene portato in scena da due interpreti molto amate e seguite dal pubblico italiano e internazionale. Dallo scambio di Gribaudi e Dalla Via nasce un dialogo tra discipline ironico, travolgente, esilarante e poetico, con uno spettacolo che sfugge ogni etichetta, ispirato alla rivoluzione artistica ed umana di due eroine che hanno vissuto totalmente la propria arte.
Donne che hanno vissuto e affrontano la professione in modo anticonvenzionale, per chi vi si avvicina si svela una biografia traboccante di spunti narrativi, politici e sociali: sono state pioniere del femminismo, del capocomicato e di un’arte che vuole occuparsi del presente. Le due Doozie andavano in scena senza trucco e senza punte e spesso erano giudicate fisicamente non conformi ai canoni estetici del loro tempo, ma questa naturale originalità che le contraddistingueva ha generato stupore e meraviglia, aprendo vie e lasciando immense eredità, artistiche ma non solo, alle generazioni future, tanto da essere ancora attualissime nella proposta artistica quanto nella portata politica del femminile.
‘Dove sono questi lasciti -si sono chieste le due interpreti dello spettacolo-, visto che, a più di cento anni di distanza, ci troviamo ad affrontare gli stessi identici discorsi in palco e fuori, le stesse battaglie per la parità, per i giusti compensi, contro la dittatura del physique du role e dei repertori stantii? La rivoluzione terrestre è il moto che fa il nostro pianeta intorno al sole e si conclude tornando al punto di partenza. Ecco, accettando, la nostra condizione di artiste che non faranno la storia, ricominciamo il giro. Lo cominciamo come fossimo The Blob, l’alieno gelatinoso del film, prendendo tutto, inarrestabili. Indossando il viola, alterando i gesti, gettando il tutù nella buca dell’orchestra, guidate da euforia e istinto, dall’esempio di chi ci ha preceduto. Libere di danzare e recitare libere. Andando oltre le mode, le abitudini, le scuole di pensiero.’
Tutto questo è già stato fatto. Già stato detto. Le convenzioni si rompono, si aggiustano e si rompono di nuovo, la proposta dell’originale lavoro artistico suggerisce di uscire da questo moto perpetuo dove l’ossessione di essere originali limita creatività perché, in fondo, preoccuparsi di essere il nuovo è una cosa vecchia. The Doozies vuole essere un’opera intorno alla meraviglia della stranezza che sicuramente le stupefacenti antenate d’arte avrebbero apprezzato per la sfacciataggine visto che si sono continuamente schierate contro lo status quo anche quando era classico e mitico.
La produzione è dell’Associazione Culturale Zebra in collaborazione con La Piccionaia – Centro di Produzione Teatrale, Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale e La Corte Ospitale.