Spettacoli di Redazione , 11/12/2024 8:30

Frankenstein, l'amore e le mostruosità dell’animo umano

Spettacolo

L'amore e le mostruosità dell’animo umano nel Frankenstein – a love story dei Motus al Teatro Camploy per la rassegna del Comune di Verona l’Altro Teatro, giovedì 12 dicembre alle ore 20.45.

Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa ‘nuova creatura’ di Motus, storica compagnia di teatro di innovazione, celebre in tutto il mondo, fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, che con una cifra stilistica fuori dal comune si confronta con temi dell’attualità, fondendo arte e impegno civile con una vocazione multimediale.

A Verona portano un progetto che ridà vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari a partire dal tema della “progenie mostruosa” ideato da Shelley che dal romanzo gotico ha aperto la via a quello fantascientifico fino ad arrivare al grande schermo con vivaci rivisitazioni contemporanee e in una stupefacente drammaturgia teatrale firmata da Ilenia Caleo.

Va in scena uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. La struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni e la sua stessa biografia, che tanto si riflette nelle vicende dolorose della creatura inascoltata, sono i materiali da cui parte la composizione per andare a sondare e toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale e sentirne la carne e scoprire il confine pericoloso tra vivente e non vivente.

L’assunto di base domande ancor oggi di grande attualità: chi è oggi la creatura non conforme? cos’è mostruoso? e soprattutto, è fuori di noi o dentro? Nell’indagare questi temi si susseguono scenari di creazione e immaginazione mostruosa la natura è in tumulto: paesaggi estremi, raggelati, dolorosi dove due figure si inseguono e cercando ripari in un fiume di rabbia, amore, inquietudine, orrore, amore e eccesso di amore non corrisposto. E la solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessun altro a cui parlare e che possa pronunciare il suo nome.

Sul palco a dar vita vita all’autrice Alexia Sarantopoulou, al dottor Victor Frankenstein Silvia Calderoni e alla Creatura Enrico Casagrande accompagnando con una poetica evocativa in una riflessione profonda sull’umanità e sulle sue fragilità, sulla paura della diversità e di tutto ciò che esula dalla conformità, sulla vita e sulla non-vita.

“Un progetto mostruoso” – scrive Motus – “che inizia la notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein a occhi aperti e ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. E qui, tra i mondi, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare".

Il cartellone, realizzato dal Comune di Verona - Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Circuito Multidisciplinare Arteven, da quest’anno si avvale del prezioso contributo di Volotea, al fianco della cultura per accompagnare tutte le attività del Camploy.