Buon viaggio alla trentesima edizione del Film Festival della Lessinia VIDEO
Teatro Vittoria da tutto esaurito ieri pomeriggio, 23 agosto, per la cerimonia di apertura e l’evento speciale di anteprima della trentesima edizione del Film Festival della Lessinia (FFDL): la rassegna cinematografica internazionale dedicata a vita, storie, tradizioni nelle terre alte del mondo in corso a Bosco Chiesanuova (Verona) fino al 1° settembre.
“Trent’anni fa non sapevamo che saremmo arrivati qui, questa sera. I pellegrini che hanno percorso il cammino di Santiago si sentono dire e dicono Buen camino: due parole che emozionano, capaci di suscitare un brivido, tra sconosciuti o amici, compagni di viaggio. È l’augurio che noi facciamo a questo Festival: un cammino che unisce gli anni che abbiamo percorso fin qui e quelli che ci saranno a venire. In dieci giorni percorreremo non solo il mondo ma la storia del Festival”, ha detto Anderloni.
“Quello del Festival è un cammino iniziato a Bosco Chiesanuova trent’anni fa e che, di anno in anno, propone tappe sempre nuove. Il Comune e la comunità sono al fianco della rassegna. Grazie ai fondatori che hanno sottolineato, già trent’anni fa, aspetti che allora non erano attuali: la socialità, la solidarietà, l’ambiente e la sostenibilità con una visione anche sociale”, ha evidenziato il sindaco Melotti.
Alla cerimonia è seguita l’anteprima assoluta dello spettacolo 1.200.000 passi. In viaggio con Paolo Rumiz di Alessandro Scillitani. Il regista ha trasferito in documentario antologico, con musica dal vivo, racconti e immagini, molte delle quali inedite, sottolineati dalla voce narrante e dalla colonna sonora eseguita da Marco Macchi al pianoforte, Tommi Prodi alla chitarra, Stefano Ferrari al violino e Mimmo Fontana alle ritmiche.
Rumiz raccoglie storie per scriverne, il regista le trasporta in diario di racconti a passo lento che parte dall’abbandono delle montagne di Aspromonte, ripercorre il leggendario viaggio in Topolino sui Monti naviganti, naviga il grande fiume Po. E poi via verso Est, in direzione opposta alle rotte dei migranti per dire della fragilità dei nostri tempi, descritta con lo sguardo ai mari, ai Balcani, alle tensioni geopolitiche. E ancora in viaggio attraverso l’Europa, in barca a vela sull’Egeo, sui treni a scartamento ridotto verso i luoghi delle guerre di ieri e di oggi; a piedi per le vie di Roma, lungo l’Appia Antica e la Postumia, alla ricerca di dialoghi perduti per chiedersi dov’è oggi l’Europa.