Spettacoli di Redazione , 24/03/2023 17:43

Grande teatro, in scena Ambra e Arianna Scommegna con "Il nodo" sul bullismo

Ambra Angiolini
Ambra Angiolini e Arianna Scommegna

Dopo la “Vita davanti a sé” con Silvio Orlando, il Grande Teatro, rassegna organizzata dal Comune di Verona in collaborazione col Teatro Stabile di Verona, prosegue e si conclude con “Il nodo”, pluripremiato dramma del 2012 della scrittrice statunitense Johnna Adams incentrato sul bullismo. Con la regia di Serena Sinigaglia ne sono protagoniste Ambra Angiolini e Arianna Scommegna.

Ambra Angiolini torna dunque al Nuovo dove nel 2019 era stata la protagonista, con Matteo Cremon (appena applaudito in “Arlecchino muto per spavento”), della “Guerra dei Roses”.

Nel “Nodo” Ambra Angiolini interpreta la madre di un ragazzino che a scuola è problematico: la questione però non è lo studio. È stato sospeso ed è accaduto che sia tornato a casa pieno di lividi. È una vittima o un carnefice nel crudele nodo del bullismo? La madre, all’ora di ricevimento, innesca un confronto durissimo con un’insegnante interpretata da Arianna Scommegna. Vuole scoprire la verità. Ma la verità non è sempre raggiungibile. Non a caso Johnna Adams, col titolo originale “Gidion’s Knot” che rimanda al nome del ragazzino, evoca il “gordian’s knot”, il “nodo gordiano” impossibile da sciogliere.

“Il nodo – dice la regista Serena Sinigaglia – è ambientato in una classe di prima media della scuola pubblica di Lake Forest, piccolo centro abitato nei dintorni di Chicago. Ma attenzione: il “dove” non è importante, importante è il “quando” e soprattutto il “perché”. Quali sono le responsabilità educative dei genitori e quali quelle delle istituzioni nei confronti dei figli? Dove sbagliamo? Chi sbaglia? Di chi è la responsabilità? Il nodo non è semplicemente un testo teatrale sul bullismo (il che, comunque, basterebbe a renderlo assolutamente attuale e necessario), è soprattutto un confronto senza veli sulle ragioni intime che lo generano. Osa porsi le domande assolute come accade nelle tragedie greche, cerca le cause e non gli effetti. Ed è questo aspetto ad attrarmi di più. Oggi abbiamo le piattaforme digitali per raccontare storie, per denunciare fatti e azioni rilevanti. Dunque a cosa serve nello specifico il teatro? Serve a mettere a nudo, nella sintesi e nell’intensità che lo contraddistinguono, le più profonde contraddizioni dell’uomo, le ragioni ultime del suo agire. Heather Clark e Corryn Fell non sono solo l’insegnante e la madre di Gidion. Il loro conflitto, come quello tra Medea e Giasone, tra Dioniso e Penteo, tra Eteocle e Polinice, racchiude in sé tutti noi come singoli individui e tutti noi come società. E ci pone di fronte alle nostre responsabilità: per ogni ragazzo ferito, umiliato, ma anche per chi umilia e ferisce, siamo noi ad essere sconfitti, come individui e come società, nostra è la responsabilità, nostra è la pena e il dolore".

Lo spettacolo, prodotto da Goldenart Production e Società per Attori è in programma al Nuovo da martedì 28 marzo a sabato 1 aprile alle 20.45 e domenica 2 aprile alle 16.