Politica di Redazione , 11/08/2025 10:30

Liste d’attesa, Bigon: “Altro che emergenza finita, situazione resta grave”

Liste d’attesa in sanità
Liste d'attesa in sanità

“Le dichiarazioni della Regione sul presunto azzeramento delle liste d’attesa per le impegnative urgenti e sulla riduzione dei casi per le visite entro 30 giorni non corrispondono alla realtà vissuta quotidianamente da cittadini e operatori. Dire che il problema è risolto è profondamente scorretto”. La consigliera regionale Anna Maria Bigon (Partito Democratico) commenta così la decisione della Giunta veneta di interrompere i fondi alle Ulss per lo smaltimento delle liste d’attesa, giustificata dall’asserita fine dell’emergenza post-Covid.

“Se davvero il problema fosse risolto – sottolinea Bigon – non ci sarebbe più bisogno degli sportelli nati per aiutare i cittadini a far valere il proprio diritto ai tempi previsti per legge. Chi prova a prenotare una visita tramite CUP lo sa bene: dopo mezz’ora di attesa al telefono, spesso la linea cade. Quando si riesce a parlare con un operatore, si sente dire che le liste sono chiuse, oppure si viene messi in pre-appuntamento… ma il richiamo non arriva mai, o arriva fuori tempo massimo. È innegabile che sulle prime visite qualche miglioramento ci sia stato, anche grazie alle nostre sollecitazioni. Ma dire che il problema è risolto è profondamente scorretto”.

Il nodo più critico, spiega Bigon, resta quello delle visite di controllo: “La situazione è particolarmente grave per pazienti cronici e oncologici. Qui ci sono due problemi: il primo è che lo specialista dovrebbe fissare direttamente il controllo, e troppo spesso non lo fa, rimandando il paziente al CUP. Il secondo è che i tempi d’attesa per i controlli sono ancora troppo lunghi, inaccettabili per chi ha bisogno di monitoraggi regolari. Altro che azzeramento: il problema resta pesante”.

Per Bigon, la strada è chiara: “Gli investimenti fatti finora sono insufficienti. Se vogliamo davvero garantire un servizio sanitario pubblico e accessibile, la Regione Veneto deve continuare a investire in modo serio e strutturale. E deve farlo ascoltando chi conosce i problemi sul campo, non limitandosi a celebrare risultati parziali come se fossero la soluzione definitiva”.