Sanità, Tosi: In Veneto troppi ostacoli ai privati convenzionati, il modello è la Lombardia

“Il governatore dell’Emilia-Romagna De Pascale sulla sanità chiude ai privati convenzionati, ma lì la sinistra ha una visione quasi da socialismo reale. Tuttavia, anche in Veneto, pur con sfumature chiaramente diverse, l’amministrazione regionale uscente ha mostrato qualche refrattarietà verso i privati convenzionati. A differenza della Lombardia, più aperta e liberale, modello virtuoso. Così se in Lombardia il privato convenzionato pesa il 30%, in Veneto appena il 16-17%. Risultato? In Lombardia le liste d’attesa sono nettamente inferiori al Veneto. Auspico che in Veneto il prossimo governo di centrodestra possa segnare un cambio di visione da questo punto di vista: ai cittadini non interessa se la prestazione gliela eroga il pubblico o il privato convenzionato, dal momento che il ticket è uguale, al cittadino interessa essere curato”.
Lo afferma Flavio Tosi, europarlamentare in commissione Envi (che si occupa anche di Sanità) e coordinatore veneto di Forza Italia, che definisce “illegittimo e foriero di grandi rischi” il provvedimento della Giunta regionale del Veneto che autorizza l’assunzione di medici specialisti con titolo conseguito all’estero non riconosciuto in Italia. “Illegittima perché è il Ministero della Salute e non una Regione che ha facoltà di decidere in merito”; “rischiosa perché di chi sarebbe la responsabilità giuridica ove dovesse succedere qualcosa imputabile a personale non qualificato?”. In riferimento all’assessore Lanzarin, Tosi afferma: “Deve essere proprio in difficoltà se pensa a soluzioni del genere”.
Tosi poi riprende il filo sul tema rapporto con i privati convenzionati prendendo spunto dalle dichiarazioni del presidente dell’Emilia-Romagna Michele De Pascale al Resto del Carlino del 27 luglio (De Pascale, tra le altre cose, ha detto anche che metterà un tetto sulla mobilità dalle altre Regioni perché “non useremo i soldi degli emiliani-romagnoli per pagare le prestazioni sanitarie ai calabresi, siciliani e pugliesi”; secondo Tosi parole inumane e incostituzionali perché “il diritto alla salute è un diritto fondamentale per tutti, auspico che il Governo intervenga per fermare De Pascale, che peraltro dice una sciocchezza dal punto di vista economico, infatti nel caso in esame sono le Regioni di provenienza che pagano le prestazioni e non la Regione che cura”).
Per Tosi “De Pascale vuole scatenare una guerra ai privati convenzionati, la sua è una visione quasi sovietica”. Il modello per Tosi “è la Lombardia, Regione aperta e liberale, dove il sostegno del privato convenzionato al sistema sanitario regionale incide per il 30%, questo contribuisce a liste d’attesa nettamente inferiori rispetto al Veneto”. Veneto, chiosa Tosi, “dove invece qualche refrattarietà al privato convenzionato in questi anni si è obiettivamente registrata, e questo incide negativamente sulle liste d’attesa. Non a caso nel 2024 oltre un milione di prestazioni di classe D (entro 30 giorni) e P (entro 90 giorni) non sono state erogate nei tempi, fonte la Corte dei Conti. Va compreso che il privato convenzionato è un sostegno per il sistema sanitario regionale nel suo complesso e per il cittadino, che paga lo stesso ticket che nel pubblico. Il prossimo governo regionale di centrodestra certamente ne terrà conto”.