Rigo: L'Europa del Green Deal vuole distruggere la Val d’Adige, fermiamo impianto a Brentino

“L'Europa non è solo folle. È anche confusa! Da una parte, sostiene la protezione degli ecosistemi e delle biodiversità. Dall'altra, distrugge questi stessi ecosistemi con opere che in nome delle fonti rinnovabili devastano i territori. Il progetto dell'impianto di generazione e pompaggio a Rivalta nel territorio di Brentino Belluno (VR) è questo. Un ecomostro di cemento che andrà a rovinare irrimediabilmente un territorio splendido con due bacini di 9 ettari di estensione, per 800mila metri cubi di acqua, e circondato da mura alte diversi metri. Inconcepibile anche solo pensare una bruttura simile in questa valle, tra le nostre vigne. Eppure, l'iter autorizzativo sta procedendo in questi giorni, con tanto di comunicazione ministeriale. Non ho intenzione di restare a guardare: come consigliere regionale mi schiero al fianco del mio territorio e delle nostre comunità. Ho quindi presentato una mozione per fare tutto il possibile, attivandosi nei confronti del Ministero e con gli enti competenti, per bloccare questo progetto”.
La presa di posizione è del consigliere regionale veronese dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta Filippo Rigo.
“Stiamo parlando di un territorio stupendo, per il quale da anni si parla anche per un potenziale riconoscimento come Patrimonio Mondiale Unesco – puntualizza il consigliere regionale - Gli impatti ambientali della realizzazione del progetto sarebbero devastanti, tanto in fase di cantiere, con l’emissione di inquinanti e polveri in atmosfera, rifiuti e disturbo alla fauna, quanto a lavori conclusi, con uno stravolgimento del paesaggio e una profonda alterazione degli ecosistemi locali. Nonostante questo, si è ritenuto opportuno, in ossequio alle assurde richieste green dell’Ue, deturpare un paesaggio così incredibile con una colata di cemento per un’opera, realizzata da una ditta norvegese, che non porta nessun reale beneficio al territorio in termini di occupazione e che darebbe solo ricadute negative dal punto di vista paesaggistico e turistico”.
“Se i norvegesi vogliono questo progetto, che se lo facciano a casa loro, e non tra i nostri monti”, conclude Filippo Rigo.