Politica di Redazione , 29/07/2025 7:44

Tajani boccia la Lista Zaia: Non è una buona idea

Tajani
Antonio Tajani

A pronunciare il "No" è stato il segretario di Forza Italia Antonio Tajani: "Una lista Zaia? Non mi pare una buona idea". In attesa dell'annunciato nuovo vertice di centrodestra sulle candidature per le regionali, si aggiunge quindi un altro elemento di frizione. Perché il governatore veneto Luca Zaia ha subito rilanciato: "La lista Zaia è importante". 

Il Veneto. Il primo tema da risolvere è quello del Veneto, che il centrodestra dà per vinto. Ma la decisione non pare semplice. Specie adesso, che la Lega ha cominciato a collegarlo con un'altra partita, ancora di là da venire: "Se il Veneto dovesse andare alla Lega - ha detto il capogruppo del partito di Matteo Salvini, Massimiliano Romeo - significa che anche la Lombardia andrà alla Lega". Mentre Salvini ha cominciato a mettere gli occhi su Milano: "Sarebbe più saggio votare nella prossima primavera e poi vinca il migliore. Noi stiamo già lavorando alla Milano che sarà", ha detto a un evento con l'ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta, ora presidente della Fondazione dell'ateneo, che in queste ore i rumors hanno indicato fra i possibili candidati del centrodestra per la città. 

La successione. La scelta del successore al governatore uscente Luca Zaia non è semplice. E anche sulla strategia gli scogli non mancano. Nonostante il "No" di Tajani e le remore degli altri alleati, Zaia non è intenzionato a fare marcia indietro. Per il governatore, la sua lista può far confluire sull'alleanza di centrodestra in Veneto “un elettorato che non vota i partiti e che rischierebbe di stare a casa. Siamo ancora al riscaldamento, ma quando si inizierà a parlare sul serio è ovvio che io porrò la questione di una Lista Zaia”. 

I sondaggi. Quanto peserebbe la lista? "I sondaggi che ci sono lo dimostrano con i fatti" sottolinea il governatore uscente. Alle regionali del 2020, la lista Zaia fu la più votata, col 44,6%. La Lega arrivò al 16,9%, FdI al 9,5% e Fi al 3,5%. Per adesso, Zaia ha comunque escluso una corsa della lista in solitaria: "Non voglio neanche commensurare questa ipotesi - ha spiegato - penso che ci siano i tempi e la maturità per fare una valutazione seria e di continuare come si è sempre fatto". 

La Lega. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha derubricato la questione: "E' una discussione giornalistica. Né io né Luca io passiamo le notti pensando a questo, ci stiamo occupando di altro". Sull'impasse ha attaccato il segretario regionale del Pd Veneto, Andrea Martella: "Il candidato presidente del Veneto lo sceglieranno a Roma. Non i cittadini, non i territori. Noi abbiamo fatto la scelta opposta, che ha portato alla candidatura di Giovanni Manildo". 

Le candidature. Marche a parte, dove correrà il presidente uscente Francesco Acquaroli (FdI), per il resto le candidature del centrodestra non sono state decise. La coalizione studia e aspetta anche le mosse del centrosinistra. Per il campo largo il quadro sembrava definito, ma l'indagine su Matteo Ricci, l'europarlamentare Pd candidato alla guida delle Marche, ha rimescolato tutto. Il M5s aspetta l'evoluzione dell'inchiesta per confermargli o meno il sostegno. La decisione del partito di Giuseppe Conte potrebbe riflettersi sulle altre candidature, specie su quella in Campania, dove è in pole Roberto Fico (M5s). Per sfidare il successore di Vincenzo De Luca, il centrodestra sta pensando a Edmondo Cirielli (FdI) o a Giosy Romano, che ha un profilo più civico. Fuori dai due schieramenti, ha annunciato la corsa a governatore della Campania anche Stefano Bandecchi, segretario nazionale di Alternativa Popolare, sindaco e presidente della Provincia di Terni. Nel centrosinistra, più definita appare la corsa in Toscana del presidente uscente Eugenio Giani (Pd), anche se il campo largo fatica a nascere: una serie di gruppi territoriali del M5s ha scritto una lettera aperta per dire "un netto no ad una ipotetica alleanza con il Pd toscano". Storia a sé la Puglia, dove l'europarlamentare Pd Antonio Decaro deve fare i conti con le candidature "sgradite" al consiglio regionale del governatore uscente Michele Emiliano (Pd) e dell'ex governatore Nichi Vendola (Sinistra italiana).