Politica di Redazione , 16/07/2025 13:50

Borchia e Rigo: "A fianco degli agricoltori veneti, Ue ci toglie il cibo per comprare armi"

Borchia
Borchia

«Oggi a Bruxelles al fianco dei tanti agricoltori venuti dal Veneto e da tutta Europa per dire no ai tagli annunciati dalla Commissione europea alla PAC. Una protesta sacrosanta, perché non si può fare transizione ecologica sulla pelle di chi lavora la terra ogni giorno». Così Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo e vicesegretario della Liga Veneta, durante la manifestazione promossa dalle associazioni del settore nel quartiere europeo.

«Dal Veneto sono arrivati in tanti, portando una richiesta chiara: rispetto per chi produce e difende le nostre campagne. Lo smantellamento della Politica agricola comune per un nuovo “fondo nazionale” chiamato a sostenere priorità diverse da quelle degli agricoltori, penalizza le nostre aziende e spalanca le porte a prodotti esteri senza standard minimi. Questa non è l’Europa che serve all’agricoltura».

«La PAC deve essere uno strumento per sostenere imprese, famiglie e territori. La Lega è e sarà sempre dalla parte di chi lavora, innova e tiene viva la nostra identità rurale. Tagliare risorse all’agricoltura per alimentare altri interessi è un errore imperdonabile», conclude Borchia.

RIGO

“Pieno sostegno ai giovani agricoltori veneti di Coldiretti che sono scesi in piazza a Bruxelles per protestare contro le folli politiche dell’Unione Europea e di Ursula Von der Leyen. L’UE sta completamente mettendo in ginocchio il comparto agricolo con le sue assurde politiche green, con una burocrazia che sta totalmente stritolando l’iniziativa imprenditoriale e che fa perdere competitività alle aziende”. Così Filippo Rigo, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, che esprime la sua vicinanza al settore agricolo che protesta contro l’UE.

“L’Italia vanta un patrimonio di prodotti, competenze, tradizioni agricole – sottolinea Rigo - che il resto del mondo ci invidia. Ma l’UE sta gettando tutto alle ortiche, affossando le nostre eccellenze enogastronomiche. I giovani vogliono lavorare la terra, recuperando le antiche tradizioni, valorizzando il proprio territorio e puntando sulla vera qualità. L’Europa deve lasciarglielo fare, e non tarpare loro le ali. Senza agricoltura non c’è futuro, e l’Unione sta privando i nostri ragazzi del loro avvenire”.