Politica di Redazione , 29/06/2025 17:00

Sanità veneta, zone carenti. Bigon: "In 3 anni situazione peggiorata, malgrado promesse Regione"

Sanitari

"Esattamente tre anni fa la Giunta regionale prometteva di risolvere il problema delle zone carenti nella sanità pubblica sul territorio. Ma anche dalla ricerca condotta da Ires risulta evidente che quella promessa non è stata mantenuta. E che anzi, di fronte ad una situazione nella quale la professione di medico di medicina generale è precipitata in termini di attrattiva, il quadro è peggiorato". Il commento è della consigliera regionale del Pd e vice presidente della commissione Sociosanitaria, Anna Maria Bigon.

"L'aumento del numero delle borse di formazione non è stato sufficiente per colmare le voragini. Semplicemente perché non sono stati compiuti in parallelo gli investimenti necessari per offrire condizioni operative ragionevoli. E non a caso circa la metà delle borse rimane scoperta. Occorreva mettere risorse per garantire un maggior supporto amministrativo per eliminare la burocrazia. Ma questo non è stato fatto, col risultato che gli utenti delle zone carenti devono rivolgersi ai Pronto Soccorso, dove gli accessi toccano ormai i due milioni annui, con il 60 % di codici bianchi".

Inoltre, secondo Bigon "bisogna approvare subito il progetto di legge che ho presentato per rendere la medicina generale una vera e propria specializzazione universitaria, con borse di studio parificate alle altre specialità e buone prospettive di carriera. Il provvedimento ha ricevuto il via libera della commissione e deve andare rapidamente in aula: è questa la strada da seguire, puntando sui giovani, per invertire una rotta che al momento appare disastrosa".