Politica di Redazione , 12/06/2025 7:37

Stop diesel Euro 5, Valdegamberi: "Scelta ambientale o alibi per un nuovo ciclo di consumi?"

Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi

“A partire dal prossimo ottobre, scatterà in gran parte della Pianura Padana il blocco definitivo dei veicoli diesel Euro 5, secondo quanto stabilito dalle Regioni del bacino padano in accordo con il Ministero dell’Ambiente. Una misura formalmente motivata dalla necessità di migliorare la qualità dell’aria e tutelare la salute pubblica. Ma quanto è davvero efficace questa misura?”, ha dichiarato il consigliere regionale Stefano Valdegamberi.

"Secondo uno studio dell’ARPAV Veneto condotto durante il periodo del lockdown COVID-19 – quando la circolazione veicolare fu pressoché azzerata – i livelli di polveri sottili (PM10) nella Pianura Padana rimasero invariati, e in alcuni casi aumentarono. Questo paradosso solleva interrogativi cruciali sull’efficacia reale del blocco del traffico per combattere l’inquinamento atmosferico in un territorio geograficamente svantaggiato. La Pianura Padana è, di fatto, un “catino” naturale chiuso a nord e ovest dall’arco alpino, dove la circolazione atmosferica è spesso stagnante. Le condizioni orografiche e climatiche rendono strutturalmente difficile – se non impossibile – rispettare i rigidi parametri fissati da Bruxelles, indipendentemente dal numero di veicoli in circolazione.
Di fronte a queste evidenze scientifiche, sorge spontanea una domanda: lo stop ai diesel Euro 5 è davvero dettato da criteri di salute pubblica, o risponde anche (o soprattutto) a logiche economiche e industriali? È legittimo chiedersi se ci si trovi davanti all’ennesimo passaggio obbligato verso l’acquisto di auto più “ecologiche”, che in pochi anni verranno nuovamente dichiarate obsolete da nuove soglie normative".

Conclude Valdegamberi: “Come sottolineava amaramente qualcuno: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. La presenza e il peso delle lobby industriali nelle decisioni dell’Unione Europea non è un mistero, così come non lo è il giro d'affari che si cela dietro la sostituzione forzata dei veicoli. In un’epoca in cui tutto è certificato “green”, ci chiediamo se l’unico colore che conti davvero sia sempre e solo quello dei soldi. Chiediamo trasparenza, coerenza scientifica e rispetto per i cittadini”.