Sanità, Tosi (FI): “Servono soluzioni concrete per ridurre le liste di attesa"

"Sul Nuovo Nomenclatore tariffario nazionale l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin non dia lezioni di coerenza". Lo dichiara l’Eurodeputato Flavio Tosi (Fi-Ppe) che sulla questione ricorda:
“Il documento in questione è stato approvato nel novembre 2024 in sede di conferenza Stato-Regioni, con il consenso anche della Regione Veneto che oggi lo critica perché assolutamente errato nei presupposti: ma allora perché la Lanzarin ha dato il via libera???
Al tempo il sottoscritto era già parlamentare europeo e, per questo, distante da qualsiasi possibilità di intervento in tal senso.
Al di là di questo, nell’ambito della Sanità veneta servono decisioni che mirino in primis ad una effettiva riduzione delle liste d’attesa, che sono il principale dei problemi da affrontare oggi”.
“Da evidenziare – prosegue Tosi – che la Ragione Veneto è già stata richiamata dal Ministero della Salute sull’utilizzo del cosiddetto ‘galleggiamento’, che di fatto non fa figurare gli sforamenti delle liste di attesa e quindi i ritardi.
Il sistema è semplice, quando un cittadino chiede una prestazione specialistica alle ULSS, se non c’è posto nei tempi stabiliti, anziché essere messo in lista d'attesa, con la risultante di uno sforamento, la sua richiesta entra in una sorta di ‘galleggiamento’, cioè non viene inserita in nessuna lista e viene tenuta da parte, non figurando e non mostrando quindi i reali ritardi delle prestazioni”.
Per Tosi queste sono le cose su cui è necessario agire, come sta operando la Lombardia che sul tema ha raggiunto in questi giorni gli accordi con le strutture private, oltre al tariffario.
“Mi riferisco al via libera sulle prestazioni in regime privatistico, che possono essere effettuate senza limiti di budget. Si tratta infatti di prestazioni che non pesano sulla Regione, perché è un rapporto diretto fra il paziente e la clinica, e che partecipano ad alleggerire il carico del sistema sanitario. Nessun limite in Lombardia anche per chi viene da fuori Regione a curarsi in ospedali privati convenzionati. Una linea che non è stata seguita dal Veneto, anche se di fatto i costi di chi viene a curarsi da fuori sono sostenuti dalla Regione di provenienza e non pesano su quella in cui le terapie vengono effettuate. Infine la Lombardia ha stanziato ingenti risorse per “comprare” le prestazioni che servono ai suoi residenti. Questo è il modo corretto di agire. Invece la Regione Veneto, oltre ad approvare un Nomenclatore che ha delle lacune, in particolare sulle prestazioni particolarmente costose per chi le eroga, continua a portare avanti scelte che mettono in difficoltà il privato convenzionato, il quale addirittura ci rimette a erogare determinati servizi, tipo una risonanza magnetica.
Una scelta che mette ulteriormente a rischio le attività di strutture importanti, che potrebbero decidere di non investire su tecnologie indispensabili, perché la Regione le disincentiva in tal senso”.
Sulla questione sicurezza nei Pronto soccorsi, di cui si parla molto oggi, Tosi evidenzia: “La Regione Veneto potrebbe tranquillamente, in maniera diretta o attraverso le Aziende ospedaliere e le Ulss, avviare delle convenzioni con la vigilanza privata in modo da garantire la sicurezza dei luoghi con un presidio permanete. Forse sono questi i temi di cui dovrebbe occuparsi la Lanzarin, senza inopportune lezioni di coerenza ma una maggiore attenzione a quelle che sono le reali necessità del sistema sanitario regionale”.