Politica di Redazione , 04/06/2025 11:06

Ospedale di Legnago, le proposte di Albertini (PD): "Evitiamo la demolizione"

Ospedale di Legnago
Ospedale di Legnago

A Legnago sta per essere costruito un nuovo ospedale con un investimento complessivo di 210 milioni di euro. 140 pare siano già stati finanziati dalla Regione, il resto ancora non è chiaro dove e quando verrà recuperato.  

E se è un mistero pure il costo delle attrezzature, stimato in 90 milioni che non capisce se siano all’interno dei costi sostenuti dalla Regione, una cosa è certa: il vecchio ospedale, che sorge nell’area accanto, verrà demolito.

Una demolizione che, secondo quanto si è appreso dal progetto presentato dall’Ulss 9, riguarderà tutte le strutture senza eccezione.

Una situazione che preoccupa Alessio Albertini, vice segretario del Pd di Verona, per diversi motivi.

Il primo e più importante, perché alcuni spazi del vecchio edificio potrebbero essere salvati dalla demolizione e messi al servizio dei cittadini.

“Costruire un nuovo ospedale è certamente una decisione che va vista con favore perché l’investimento in strutture pubbliche è sempre importante anche in prospettiva futura”, dice Albertini.  “Avremmo ovviamente preferito che venisse riqualificato il vecchio ma i progettisti hanno assicurato che costerebbe il rispetto a farlo ex novo. Non abbiamo ad oggi dati per dire se sia vero, in ogni caso la scelta della demolizione è deprecabile soprattutto per la parte “storica” del vecchio ospedale, che è ancora idonea alla prosecuzione dell’utilizzo. Dal confronto con il territorio, con cittadini e addetti ai lavori, sono emerse esigenze che potrebbero essere facilmente soddisfatte dall’impiego di quegli spazi vuoti ma ancora funzionali. E senza costi ulteriori”.

Quattro le proposte messe nero su bianco da Albertini.

Spostare nell’area dell’ex ospedale il Polo infermieristico universitario che attualmente si trova in un edificio con spazi estremamente sacrificati. 

Una scelta che risponderebbe anche all’elevato bisogno di personale infermieristico.

Fornendo poi anche un servizio di studentato si incentiverebbero le adesioni ai corsi anche da parte di studenti provenienti da altre regioni d’Italia o dall’estero.

“Sembra che il nuovo ospedale possa ospitare anche aule per la formazione universitaria -spiega Albertini- ma non è chiaro se riguarderà nello specifico la formazione infermieristica che ha evidentemente bisogno di una sistemazione alternativa”.

La seconda proposta riguarda la conversione dell’ex ospedale in Ospedale di Comunità trovando così soluzione ad una delle emergenze più gravi: la chiusura dei reparti di lungodegenza e la mancanza di spazi alternativi per il ricovero di pazienti post-acuzie.

Oggi infatti si è costretti a ricorrere alle case di riposo, sottraendo posti a coloro che hanno un semplice bisogno di residenzialità, oppure a sobbarcarsi il peso della riabilitazione, con oneri organizzativi ed economici pesantissimi.

“L’Ospedale di Comunità potrebbe risolvere queste problematiche -spiega Albertini- accogliendo i pazienti in riabilitazione per un periodo di 60/90 giorni. Attualmente nel Distretto 3 l’unico ospedale di comunità è a Bovolone, ed è stracolmo”.

Il vecchio ospedale potrebbe inoltre ospitare gli uffici del Distretto Sanitario, che oggi sono sparpagliati in diverse sedi del territorio.

Parrebbe razionale riunirli nella stessa sede, già esistente, con una riorganizzazione più comoda per tutti, cittadini in primis.

Infine, il Serd, oggi ospitato in un edificio del tutto inadeguato e che troverebbe comodamente spazio all’interno dell’ex Ospedale

“Non siamo contrari ad un nuovo ospedale, chiediamo solo che venga salvata parte del vecchio”, spiega Albertini. “Sarebbe un modo semplice e veloce per dare risposta ai bisogni del territorio”.

Due appunti però, sul nuovo ospedale, Albertini li fa. Uno riguarda il luogo sul quale dovrebbe sorgere, il secondo la chiarezza delle informazioni a riguardo.

“La scelta del luogo, per quanto di proprietà dell’Ulss e quindi sicuramente più vantaggiosa dal punto di vista economico, è discutibile per una questione viabilistica”, spiega Albertini. “Il rischio è che il Polo Ospedaliero vada ad aggravare una situazione che già oggi è molto pesante. Ci auguriamo che in fase di realizzazione si trovino soluzioni adeguate”.

Infine, le comunicazioni.

I progettisti -dice Albertini- negano che l’ospedale nuovo sarà più piccolo del vecchio, ma i dati ad oggi dicono il contrario. Quello che si sa è che l’attivazione è prevista per il 2030. Ci saranno tre blocchi principali. I posti letto previsti sono esattamente quelli esistenti, compresi i posti dialisi e i posti OBI in Pronto Soccorso (375 posti nei reparti + 40 tra emodialisi e OBI in PS, altre fonti parlano di 359 posti letto per la degenza). E’ poi in programma la realizzazione di un parcheggio con circa 1.200 posti auto, uffici amministrativi, aule universitarie, auditorium, sale polifunzionali.

Ma nessuno ha in mano dati certi.

“L'iter fino ad oggi è stato segnato da una grave mancanza di chiarezza e trasparenza”, conclude Albertini. “Al di là di roboanti presentazioni pubbliche, i dettagli del progetto non sono stati comunicati né alla Quinta commissione, né ai consiglieri comunali, né ai Sindaci del territorio. Siamo preoccupati perché oltre a non sapere nulla del cronoprogramma non sappiamo nemmeno se verranno garantiti i livelli occupazionali. Ci auguriamo che vengano conservate le professionalità mediche e il personale che negli anni hanno garantito ad un bacino di centinaia di migliaia di persone cure e tutela della salute”.

Compatti di fianco al vice segretario del Pd di Verona, i Sindacati.

Condivide l’idea presentata da Albertini Giovanni Zanini, Segretario Generale Cisl Funzione Pubblica di Verona che auspica ad una “visione nuova” per l’Ospedale di Legnago. Ospedale che “deve diventare una Comunità della salute integrando tutti i servizi sanitari frammentati sul territorio. Hospice, Unità Riabilitative Territoriali, Ospedali di Comunità, Distretti, COT, Case della Comunità, Medicine di gruppo integrate, RSA.  Tutte in un unico spazio fisico”.

Il timore che gli spazi saranno ridotti e che questo si ripercuoterà sui livelli di assistenza e sui servizi offerti è anche di Antonio De Pasquale, Segretario Generale CGIL Funzione Pubblica di Verona.

“Abbiamo già visto in circostanze simili, come poi siano mancati servizi essenziali, tipo le geriatrie per gli anziani, il personale sanitario obbligato a cambiarsi dentro a container esterni alla struttura creando non pochi problemi sotto un profilo igienico ed inoltre l’assenza di magazzini, aule e farmacia. La progettualità non può pertanto lasciare spazio a ridimensionamento alcuno. Anche la vecchia struttura sarebbe opportuno che non venisse abbattuta ma convertita a supporto dei servizi per la popolazione”, spiega De Pasquale.

“Siamo di fronte a una situazione di emergenza che non riguarda solo i muri, ma soprattutto le persone”, dice Marco Bognin, Segretario Organizzativo UIL FPL Provincia di Verona.

 “L’attuale carenza di personale sanitario e socio-sanitario rischia di compromettere la qualità dei servizi offerti alla comunità. Non possiamo permettere che la discussione si fermi alla posa della prima pietra senza un piano concreto per reclutare, formare e trattenere professionisti qualificati. Pertanto, chiediamo che ogni progetto edilizio sia accompagnato da un serio investimento sulle risorse umane, in termini di assunzioni, stabilizzazioni e valorizzazione delle competenze” Marco Bognin, Segretario Organizzativo UIL FPL Provincia di Verona.

“L'ospedale resta l'opera strategica principale situata sul territorio legnaghese, opera che garantisce molti posti di lavoro oltre che a servizi fondamentali”, dice Diego Porfido, consigliere comunale di Legnago. “Come amministratori comunali ci auguriamo che questo non diventi un castello senza re e regina, dovremo investire anche in professionalità. L’augurio che mi faccio è che le amministrazioni Legnaghesi di oggi e di domani siano coinvolte diventando protagoniste delle scelte e non semplici "spettatrici" di quello che la regione decide”.