Politica di Redazione , 11/01/2025 6:30

Rebus regionali, muro della Lega sul Veneto

Luca Zaia
Luca Zaia

Mancano ancora mesi. Ma le parole di Giorgia Meloni sugli "ampi e delicati" appuntamenti con le elezioni regionali del 2025 hanno, se possibile, agitato ancora di più gli animi nel centrodestra. Soprattutto in Veneto dove la Lega fa muro attorno a Luca Zaia (che sarebbe al suo quarto mandato) e in ogni caso non vuole mollare la guida di una regione chiave. "In Veneto decidano i veneti non Roma", la sintesi che arriva dal nord-est, dove la Liga, ci tengono alla distinzione, ha già messo sul tavolo la possibilità della corsa in solitaria se Fdi insistesse per esprimere un suo candidato.

La soluzione del rebus non è affatto semplice. Le variabili, che andranno affrontate "al tavolo nazionale" come sottolineano i meloniani, infinite. Al momento ancora gli sherpa non hanno ufficialmente avviato le trattative, ma già a gennaio ci potrebbe essere un primo incontro per iniziare a valutare tutte le opzioni. Mentre sembra sfumare, almeno per il momento, la possibilità di fare slittare tutti gli appuntamenti autunnali alla primavera 2026 (la premier in conferenza stampa ha sottolineato che si tratta di elezioni che avverranno "quest'anno"), intanto ci sarà da valutare se spingere perché le Regioni che devono andare al rinnovo lo facciano con un election day.

La finestra, leggi locali alla mano, è per tutte tra fine agosto e novembre. E in scadenza oltre al Veneto a guida centrodestra ci sono anche le Marche (dove dovrebbe essere ricandidato l'uscente Francesco Acquaroli, espressione di Fdi). Sul piatto poi, al netto della Valle d'Aosta, ci sono i fortini "rossi" di Toscana, Puglia e Campania, con la corsa di Vincenzo De Luca che potrebbe essere fermata dal ricorso del governo alla sua legge regionale. Anche qui Fdi punterebbe ad avanzare una sua candidatura, con il viceministro Edmondo Cirielli in pole. Ma bisognerà aspettare di vedere anche cosa accadrà in casa centrosinistra. Il rischio di un 4 a 1 (c'è chi teme, nel centrodestra, che anche le Marche siano in bilico), è ben presente nella maggioranza. E certo nessuno vorrebbe rischiare di rendere il Veneto contendibile, spaccando la maggioranza.

Per venirne a capo in Fratelli d'Italia c'è chi suggerisce alla premier di trovare una intesa con Matteo Salvini per il dopo-Zaia e puntare tutto sulla Lombardia, che andrà al voto però solo nel 2028. Ma altrettanto forte è la spinta di chi invece vorrebbe puntare sul Veneto, dove Fdi ha toccato il 32,7% alle politiche e il 37,6% alle europee. E c'è pure chi scommette che alla fine "Giorgia" troverà un'intesa con Zaia, con cui ha un buon rapporto personale fin dai tempi in cui erano al governo insieme, magari su un nome della società civile.

A premere sul terzo mandato, nel frattempo, è anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha messo la questione sul tavolo con gli alleati in Regione, facendo sponda con la battaglia nazionale portata avanti dal partito. Politiche ed europee sono diverse, sintetizza un veneto doc come Massimo Bitonci, che anche alle tv locali dice chiaramente che la "Liga" non è disposta a cedere sulla "continuità" a Zaia. Almeno per ora.