Politica di Redazione , 28/11/2024 19:00

Martella: "Basta a tagli e disservizi nella sanità veneta"

Andrea Martella
Andrea Martella

"La sanità pubblica veneta è in grande affanno e la responsabilità ricade sia sul Governo nazionale, che taglia risorse, sia sulla Regione, che resta immobile. Dai disservizi del CUP a reparti ospedalieri dipendenti dai medici a gettone, passando per liste d'attesa interminabili, la situazione è drammatica". Lo dice Andrea Martella, segretario del Pd Veneto. Il Pd annuncia una campagna di denuncia e informazione davanti ai principali ospedali del Veneto, per dare voce a cittadini e operatori sanitari, seguendo l'esempio della campagna nazionale lanciata dalla segretaria Elly Schlein.

"Denunceremo - spiega - le carenze, ma valorizzeremo anche le attività e le eccellenze che vanno difese. È il momento di rilanciare la sanità pubblica e ascoltare chi vive ogni giorno le difficoltà di un sistema che sta implodendo". Tra i casi più emblematici: il CUP di Mestre in tilt, con pazienti impossibilitati a prenotare visite anche urgenti. "L'esternalizzazione di servizi essenziali ha fallito - osserva -: i cittadini non possono aspettare giorni, se non settimane, per essere richiamati da un centralino che non funziona.

La Regione ha il dovere di intervenire subito, assumendosi la responsabilità di appalti che portano a queste conseguenze. Perché è semplicemente intollerabile che i cittadini siano costretti a rinunciare alle cure". Un altro esempio è il persistere dell'utilizzo di medici a gettone. "All'inizio dell'anno - aggiunge - la Regione aveva promesso la riduzione, ma come confermato dagli stessi dati regionali questo non è avvenuto. I numeri sono rimasti uguali, e allarmanti: il 30% del personale nei Pronto soccorso veneti è costituito da professionisti esterni, con contratti precari che minano la qualità delle cure. I tagli e il blocco del turnover stanno impoverendo la sanità pubblica, lasciando interi reparti senza personale specializzato".

La situazione non potrà che peggiorare visto il quadro nazionale denunciato dalla Fondazione Gimbe: il finanziamento pubblico per la sanità scenderà al minimo storico del 5,9% del PIL entro il 2027.

«Questi tagli significano meno medici, meno servizi e più disuguaglianze. Anche le Regioni più virtuose come il Veneto saranno costrette ad aumentare le imposte o a ridurre i servizi essenziali», avverte Martella. «La sanità pubblica veneta è sempre più a rischio di privatizzazione, con il 14,1% del fondo sanitario regionale già destinato ai privati e con la spesa che i veneti sostengono di tasca propria che supera i 700 euro all'anno pro-capite, fra le più elevate in Italia. Zaia continua a tagliare nastri per la propaganda, ma i cittadini si trovano a fare i conti con un sistema che arretra nella qualità e nell'accessibilità. Noi non accetteremo questa deriva». Il Pd Veneto rilancia la propria proposta: incremento strutturale dei fondi per la sanità, un piano straordinario di assunzioni per il personale sanitario e un modello di governance che ponga al centro il diritto alla salute.