Politica di Redazione , 03/06/2022 13:30

Comunali, Salvini: A Verona si vince, c'è un unico centrodestra. Tosi? Degli altri non parlo...

Salvini a Verona con Sboarina
Salvini a Verona con Sboarina

“A Verona si vince. A Verona c’è un unico centrodestra. Io rispetto tutti e non parlo degli altri”. Lo ha sottolineato Matteo Salvini, oggi nella città scaligera a sostegno del sindaco uscente Federico Sboarina. “C’è una Lega che governa questa città bene da tanti anni – ha proseguito Salvini – e che vuole governarla per anni. La Lega al governo porta in dote ai veronesi l’alta velocità, i contributi per la Fiera, per l’aeroporto, arriveranno 50 agenti delle forze dell’ordine in più per la stagione estiva”.

“Sono contento di quello che abbiamo fatto con Sboarina nei passati cinque anni, e ci siamo visti prima in comune per parlare di quello che faremo nei prossimi cinque. Degli altri candidati non parlo”, ha concluso, rispondendo a chi gli chiedeva di Flavio Tosi, sostenuto tra gli altri di Forza Italia.

INVASIONE IN UCRAINA E VISITA A MOSCA

“Io lavoro per la pace. Siamo al centesimo giorno di guerra, dobbiamo fermarla. Ragionando con tutti. La pace è un’urgenza anche per gli italiani. Lavorare per la pace, costruire la pace, deve essere un dovere di tutti i politici italiani”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Verona, in sostegno a Federico Sboarina. Salvini si è detto “ancora sconcertato dagli insulti e dalle minacce ricevute, perché ho osato costruire un pezzetto di pace”.

“Se aspettiamo il Pd o qualcuno dei Cinque Stelle per costruire la pace dovremmo attendere altri anni. E intanto ci saranno altri morti in Ucraina ma, soprattutto, crisi economica, disoccupazione e rincari folli dei prezzi a partire dalla benzina in Italia. Oggi da Mosca – ha aggiunto – arriva la disponibilità al dialogo. Spero che l’Occidente accolga questa disponibilità, altrimenti se qualcuno parla solo di guerra e di armi non fa il bene dell’Italia”.

“Una volta la sinistra voleva la pace, ora il Pd è guerrafondaio e critica chi costruisce la pace e parla solo di armi e guerra. Serve la pace adesso – ha proseguito Salvini – perché se la guerra va avanti avremo milioni di italiani alla fame e senza lavoro. Se ci fosse un ministro degli Esteri che fa pienamente il suo dovere non avrei bisogno di muovermi io per andare a cercare contatti all’estero”.

“Se i russi non vogliono parlare con Di Maio è mio dovere parlare con chiunque per aiutare a fermare la guerra. In questo momento – ha concluso parlando della guerra – occorre esserci, metterci la faccia, a testa alta. Mi hanno insultato per giorni perché lavoravo per la pace, e a testa alta. Se devi chiedere la pace a chi lo chiedi? A chi la guerra l’ha iniziata”.

REFERENDUM

Matteo Salvini poi è tornato ad attaccare il Viminale sulla gestione degli ingressi dei migranti nel Paese. “Avere un ministro dell’Interno che controlla gli accessi sarebbe una cosa buona. Che faccia qualcosa, che giustifichi il suo stipendio da ministro” ha detto il leader della Lega, riferendosi alla titolare degli Interni, Luciana Lamorgese. “In questi minuti a Lampedusa – ha aggiunto – ne stanno sbarcando in centinaia. A maggio abbiamo superato quota 20 mila, che è un record, ahime’ poco invidiabile”.

Salvini ritiene che la scelta di far votare un solo giorno in questa tornata elettorale “sia una precisa strategia del Pd per boicottare i referendum. Qui come altrove – ha aggiunto – il vero nostro avversario è l’astensionismo. Non temiamo i candidati del centrosinistra, o altri. Il fattore su cui ragionare è quello del non voto. Quando noi siamo stati al governo ci hanno chiesto di votare su due giorni, come si è sempre fatto, domenica e lunedì, soprattutto perché è stato scelto il 12 giugno con le scuole chiuse. Se quel giorno ci saranno 40 gradi, le scuole chiuse e un veronese vuole andare a farsi una scampagnata avrebbe sempre potuto votare il lunedì. Stavolta no”.

“Alle elezioni mi auguro che in tanti vadano a votare Lega, qui a Verona Lega e il sindaco Sboarina, ma scelgano anche i referendum sui quali c’è un velo di censura, un vergognoso bavaglio sul quale mi aspetto che anche il presidente Draghi e il presidente Mattarella dicano qualcosa. Sono cinque referendum che possono cambiare la giustizia dopo trent’anni di immobilismo – ha chiosato Salvini – e ci sono giornali, radio, televisioni, partiti che li censurano”.