Confcommercio Verona, il Presidente Arena: "Puntare sul turismo congressuale e museo del vino"

Verona ha bisogno di un vero e proprio centro congressuale per consacrarsi nel turismo Mice (meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions): lo afferma il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena auspicando un cambio di passo all’indomani della presentazione del progetto internazionale “Museo del vino” che si è tenuta il 12 luglio scorso all’Università di Verona.
“La nostra città - sottolinea Arena - deve completare l’offerta delle proprie ‘attrazioni’ con una moderna struttura di grande capienza, in linea con quanto fatto da centri limitrofi quali per esempio Padova, che ha realizzato un polo dalla vocazione internazionale vicino alle principali infrastrutture viarie e al centro storico, crescendo notevolmente e costruendo un business importante. Un treno che non possiamo perdere se vogliamo far crescere la nostra città”.
Proprio Padova è oggi leader regionale, con Venezia, per numero di meeting: solo quelli associativi, stando ai dati ICCA, sono stati 20 nel 2024 contro i 7 di Verona.
Una scelta resa necessaria dai trend: “Il turismo leisure, del tempo libero, dopo il boom post Covid - fa presente Arena - inizia a mostrare segnali di stanchezza e aggiustamenti al ribasso, soprattutto nelle città d’arte: i dati preliminari dell'ufficio statistico della regione Veneto evidenziano, nei primi quattro mesi del 2025, un calo del 2,5%, e lo stesso avviene nelle altre città d’arte del Paese. È necessario diversificare compiendo un salto di qualità per compensare questa flessione e ‘destagionalizzare’”.
“È questo il contesto in cui si colloca il progetto di rilevanza strategica nazionale del Museo del vino” - ha spiegato Diego Begalli, presidente della Fondazione e Prorettore dell’Università di Verona. “Il focus sulla cultura del vino è, infatti, funzionale a consolidare definitivamente il posizionamento di Verona come capitale internazionale, non solo del business e dell’enoturismo, ma anche della cultura del vino. Nello stesso tempo, essendo il vino uno dei brand di riferimento dell’identità di Verona e del nostro Paese, agisce da traino per lo sviluppo delle altre attività previste nel masterplan del progetto. Oltre alla scontata sostenibilità economico finanziaria, il masterplan prevede accanto alla realizzazione del Museo del Vino, la presenza di spazi espositivi per mostre temporanee, spazi laboratoriali, per la convegnistica, per la formazione, per la ristorazione, le attività commerciali e l’entertainment, in linea con le più moderne caratteristiche dei poli di attrazione culturale delle principali città del mondo”.
“Verona non può affidarsi sempre e solo alle bellezze del territorio - riprende Arena - ha bisogno di costruire un progetto di richiamo per elevare l’offerta turistica: la costituzione della Destination Verona e Garda e del relativo Convention bureau rappresentano un passo importante in tal senso, ma sono solo il software di una progettualità che richiede ora la parte hardware, vale a dire un Centro moderno che possa ospitare migliaia di persone in un unico contesto modulare che oggi non c’è. Penso al ruolo della Gran Guardia, quale possibile soggetto attuatore, sul modello già sviluppato proprio a Padova dove c’è stata la scintilla per andare a intercettare un mercato alto spendente. Dobbiamo puntare sul segmento MICE, creare le condizioni per far investire gli imprenditori nella nostra città, costruendo un nuovo modello di sviluppo. In altre parole: investiamo e poi costruiamo il business attorno, anche in termini di servizi e logistica”.
“Serve visione - aggiunge Arena - serve aprire un cantiere di idee e progettualità per soddisfare la domanda in questo prezioso segmento: Confcommercio Verona è a disposizione per dare il proprio supporto insieme a tutti gli altri stakeholder, dall’aeroporto alla Fiera, dalla Camera di Commercio alle altre associazioni di categoria”.
E per quanto riguarda il Museo, il presidente di Confcommercio Verona conclude così: “Non possiamo correre il rischio che altre città realizzino questo progetto al posto della nostra, Verona è tra le riconosciute capitali del vino a livello internazionale per la produzione, per il commercio, per la rassegna di respiro mondiale che ospita in fiera”.