Economia di Redazione , 06/07/2025 10:00

Cava Mirabei, Confimi Apindustria Verona: Sentenza Tar chiara ma vige incertezza amministrativa

Cava Mirabei
Cava Mirabei

«La recente sentenza del Tar ha rigettato in modo netto tutti i punti del ricorso contro l’autorizzazione alla ripresa dei conferimenti nella cava Mirabei. La presa di posizione dei Comuni di Caprino e di Rivoli ha però l’effetto di generare incertezza, in un ambito economico e produttivo messo a dura prova. Occorre evitare scontri ideologici, a perderci sarebbe il territorio». Lo afferma Andrea Borchia, presidente del Settore Lapideo di Confimi Apindustria Verona, in riferimento all’incontro pubblico avvenuto nei giorni scorsi a Caprino, organizzato dal circolo locale di Legambiente. 

Una serata che ha provocato la reazione di Confimi Apindustria Verona, Verona Stone District e delle associazioni territoriali del marmo. «È necessario riportare l’attenzione su fatti concreti e dati oggettivi. Sono state diffuse informazioni tecniche imprecise, che rischiano di alimentare un clima di confusione e sospetto a scapito di un intero settore produttivo che invece lavora con serietà, rispettando tutte le norme ambientali, effettuando regolari analisi sui materiali. Un comparto alla continua ricerca di soluzioni nuove e sostenibili, come il possibile riutilizzo dei fanghi di lavorazione, un’opzione che le aziende stanno percorrendo, nonostante l’incertezza normativa su questo tema». 

Borchia interviene anche sulla decisione dei sindaci di Caprino e Rivoli di presentare appello al Consiglio di Stato. «La recente sentenza del Tar è stata chiara, motivata e non lascia spazio a interpretazioni. Nonostante ciò, si apprende che è intenzione degli enti locali del territorio presentare appello riproponendo gli stessi argomenti già bocciati. Una circostanza che ha l’effetto di generare incertezza per le imprese sulla gestione dei materiali di scarto prodotti dalla trasformazione della pietra naturale».

Nel Veronese sono oltre 500 le imprese del settore, con più di 4mila addetti. In questo contesto, prosegue il presidente di Verona Stone District Filiberto Semenzin, «le imprese del comparto lapideo continuano a mostrare responsabilità e rispetto delle regole. Non cercano scorciatoie, ma chiedono solo di poter lavorare con regole chiare, tempi certi senza alimentare tensioni inutili. Le aziende del marmo rappresentano da sempre un’eccellenza per il nostro territorio e per l’Italia. Hanno contribuito alla crescita economica della provincia e garantito lavoro a migliaia di persone. Oggi meritano di essere ascoltate, rispettate e tutelate. Come comparto siamo pronti al dialogo, all’innovazione, all’investimento. Ma non può continuare a lavorare nell’incertezza, bloccato da ricorsi continui e da un clima alimentato da pregiudizi spesso di natura ideologica». 

Come Confimi Apindustria Verona e Verona Stone District, conclude Borchia, «continueremo a rappresentare le imprese del settore con serietà e determinazione, nel rispetto delle istituzioni e a difesa di un patrimonio produttivo, economico e umano che appartiene a tutto il territorio».