VIDEO | Federalberghi fa causa a Booking, De Beni: "E' il momento di avere indietro il maltolto"
Gli albergatori italiani contro Booking.com. E’ stata infatti messa in piedi un’azione legale collettiva, promossa da Federalberghi insieme a HOTREC (l’associazione europea dell’ospitalità) e ad altre organizzazioni di categoria di 25 Paesi europei, che punta a ottenere un risarcimento economico per i danni provocati – secondo i promotori – da anni di pratiche anticoncorrenziali da parte della nota piattaforma di prenotazioni online.
Pratiche che avrebbero condizionato il mercato con perdite per gli albergatori e costi maggiori per i clienti.
L’azione arriva a pochi mesi dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, pronunciata il 19 settembre 2024, che ha stabilito come le cosiddette “clausole di parità tariffaria” imposte da Booking.com abbiano violato le regole comunitarie sulla concorrenza.
In campo è scesa anche Federalberghi Garda Veneto che invita tutte le strutture ad unirsi in questa battaglia legale.
“Crediamo sia arrivato il momento di farsi restituire il maltolto, chiamiamolo così”, dice De Beni- “Stiamo cercando di sensibilizzare le strutture a unirsi in questa lotta. L'11 giugno ci sarà il direttivo nazionale a Roma, raccoglieremo tutte le schede per fare massa critica e partecipare a questa azione contro Booking”
Ma esattamente cosa è successo negli ultimi vent’anni? “Booking non è più quello che era all’inizio”, spiega De Beni. “All’origine era una semplice intermediazione per avvicinare il cliente alla struttura. Con il passare del tempo ha però sempre di più invaso il mercato, condizionandolo, e imponendo agli albergatori il comportamento da tenere”.
“Le clausole a cui si fa riferimento -spiega De Beni- hanno di fatto impedito agli hotel di proporre sul proprio sito o su altre piattaforme tariffe migliori rispetto a quelle pubblicate su Booking.com. Questo ha portato le strutture ricettive a perdere il controllo sui propri prezzi e sulla possibilità di vendere direttamente al cliente, subendo un danno economico non trascurabile”.
Ma non è solo l’albergatore a perderci. “Noi paghiamo a Booking una commissione, che a seconda dei mercati varia dal 15% al 20% del prezzo totale della camera”, spiega Giovanni Lonardelli, Presidente degli Albergatori di Bardolino.
“Ci tengo a sottolineare che questa commissione grava anche sulla parte di Iva, cioè noi la paghiamo sul prezzo totale, non sul netto che l’albergo incassa ma sul lordo compreso di IVA. Questa novità che ha portato Federalberghi a muoversi ci dà la possibilità di essere più competitivi, il che non vuol dire necessariamente avere dei margini maggiori. Prima eravamo obbligati ad avere una parità tariffaria, da oggi invece possiamo anche fare un prezzo un po' più basso che da un lato ci permette di guadagnare un po' di più noi ma soprattutto di un trattamento di favore ai nostri clienti”.
Impossibile ovviamente prescindere da Booking, una vetrina mondiale che dà la possibilità a qualsiasi realtà turistica ricettiva di farsi conoscere. L’unica via è quella di fidelizzare i clienti e spingerli a prenotare direttamente. Cosa che ancora in pochi fanno. Per comodità e per la convinzione che così si risparmi.
“Ci sono persone che lo usano come motore di ricerca e quindi ci troviamo spesso a pagare una commissione alta su un cliente abituale, che magari coccoliamo da generazioni e non siamo nemmeno in grado di fargli un trattamento di favore”, conclude Lonardelli.
“Tanti pensano di risparmiare, usando Booking”, conclude De Beni. “La realtà è che quando i clienti vengono da noi direttamente abbiamo la possibilità di offrire loro condizioni molto più vantaggiose”.