Ammann (Bussolengo), Fiom: “Chiediamo l'immediato intervento della Regione Veneto"

L’azienda continua a rifiutare incontri in sedi ufficiali con la presenza delle istituzioni e rilancia con appuntamenti, senza la presenza dell’Unità di Crisi, in Confindustria, solo per ribadire, senza alcun tipo di contraddittorio o di limite le proprie decisioni, in totale spregio delle consuetudini e, soprattutto delle istituzioni, siano esse la Provincia di Verona, la Regione Veneto e il governo italiano.
La posizione e le richieste della Fiom, unica organizzazione sindacale presente presso lo stabilimento di Bussolengo, dei lavoratori e delle lavoratrici vengono completamente ignorate.
“Chiediamo l'immediato intervento politico della Regione Veneto e la convocazione urgente di un tavolo istituzionale da parte dell'assessore Mantovan per fermare questo processo di delocalizzazione selvaggia, deciso unicamente per aumentare la propria marginalità che porta ai 64 licenziamenti e alla fine della parte produttiva a Verona. È ora di difendere davvero il Made in Italy. Questa multinazionale sta agendo senza il minimo rispetto delle procedure mentre porta alla distruzione un intero stabilimento e alla fame, per il momento, 64 famiglie, il tutto senza alcuna motivazione sensata e accettabile. Ed è per questo che rifuggono il confronto e che non vogliono né ritirare né sospendere la procedura di licenziamento collettivo com’è stato proposto dalla Fiom. L’azienda vuole far passare nel silenzio e più velocemente possibile i termini per poter procedere coni licenziamenti. Alla dirigenza, sia locale, che svizzera, non interessa minimamente il futuro di queste persone, delle loro famiglie e, forse, neppure il futuro e la tenuta dello stesso stabilimento di Bussolengo. Come dovrebbe stare in piedi uno stabilimento produttivo senza produzione e senza magazzino?
Per questo non vogliono parlare con la Regione e hanno paura di quello che potrebbe essere loro imposto. Chiudere questi due reparti significa iniziare a costruire una pietra tombale su questo stabilimento e sul futuro non solo di 64 ma di tutte e 157 le persone che vi lavorano e le loro famiglie. Non abbiamo più parole per descrivere quello che sta accadendo in questa realtà, ma continueremo a gridare e a farci sentire, insieme ai lavoratori e alle lavoratrici, anche se queste vertenze, in cui c’è di mezzo la vita delle persone, paiono non interessare più nessuno. Forse perché vanno in contrasto con la narrazione mainstream del “va tutto bene, occupazione alle stelle e dell’economia in crescita”? Purtroppo, sul nostro territorio non è questo quello che stiamo vivendo come sindacato e come lavoratori e lavoratrici del comparto metalmeccanico. Siamo preoccupati e arrabbiati per il presente e il futuro della AMMANN e confidiamo che arrivi una convocazione da parte dell’Unità di Crisi della Regione entro la settimana, con la speranza che, almeno di fronte all’autorità dell’Assessora Mantovan, la dirigenza di AMMANN non se ne esca con un ennesimo rifiuto al confronto. In attesa di una risposta è convocato un altro presidio per domani, martedì 27 maggio dalle ore 11 alle 12, davanti alla sede della AMMANN di Bussolengo", ha dichiarato oggi il segretario generale della Fiom di Verona Martino Braccioforte.