Economia di Redazione , 15/05/2025 10:08

Fondazione Cariverona, 400mila euro a sostegno delle Comunità Energetiche Rinnovabili

Bruno Giordano
Bruno Giordano

Costruire il futuro non significa soltanto realizzare nuovi impianti, ma sostenere comunità in grado di produrre, condividere e gestire energia pulita in autonomia. In un momento in cui la transizione ecologica è diventata una priorità non solo ambientale, ma anche economica e sociale – tra crisi globali, caro bollette e cambiamento climatico – le Comunità energetiche rinnovabili (CER) rappresentano una risposta concreta, locale e partecipata. Ma per funzionare davvero, servono visione, competenze e un accompagnamento costante.

Per questo motivo, Fondazione Cariverona rilancia il proprio impegno con un nuovo intervento da 380mila euro destinato alle 15 CER già costituite con il bando 2023 (inizialmente 22, ora aggregate). L’obiettivo: accompagnarle in un percorso strutturato di crescita, consolidamento e sviluppo operativo. Un investimento di sistema per trasformare esperienze pilota in modelli stabili, duraturi e replicabili.

“Abbiamo scelto di esserci anche dopo la costituzione delle comunità energetiche – dichiara il presidente Bruno Giordano – perché crediamo che il vero cambiamento nasca dal saper accompagnare persone e progetti nel tempo, non solo dal sostenerli all’inizio. Per noi, sostenibilità significa anche continuità: costruire insieme competenze, autonomia e visione, passo dopo passo, per affrontare le grandi sfide attuali”.

Il programma, affidato a ForGreen Spa Società Benefit, si sviluppa in diverse fasi integrate, pensate per rafforzare la sostenibilità tecnica, economica e organizzativa delle CER nei territori coinvolti. Un intervento che va oltre il semplice finanziamento, grazie ad attività di capacity building, assistenza tecnica, simulazioni strategiche, formazione e supporto personalizzato.

Le 15 CER coinvolte (3 in provincia di Verona, 5 a Vicenza, 4 a Belluno e 3 ad Ancona) hanno superato ostacoli rilevanti, a partire dall’incertezza normativa che ha accompagnato il 2023, per arrivare alla costituzione ufficiale. Ora devono affrontare la sfida forse più complessa: diventare pienamente operative, aumentare la produzione condivisa di energia rinnovabile, coinvolgere nuovi membri e generare valore economico per la comunità.

La prima fase del programma prevede un’attenta attività di assessment per analizzare il livello di maturità di ciascuna CER e definire, secondo criteri comuni, piani di sviluppo triennali e piani operativi annuali. Si tratta di elementi essenziali per consolidare la visione strategica e affrontare scenari in continua evoluzione. Fondamentale sarà anche l’adozione di strumenti digitali per la simulazione dei business plan e dei flussi energetici, in grado di supportare decisioni basate su dati reali e previsioni affidabili.

Accanto a questo, è previsto un supporto operativo continuo: webinar formativi, uno sportello di assistenza dedicato e un accompagnamento mirato nei casi più complessi. Al centro del progetto c’è infatti la volontà della Fondazione di rafforzare il capitale umano e sociale delle comunità locali, trasformando le CER in una leva concreta per la partecipazione, l’innovazione e la coesione. Il programma prevede anche azioni di aggiornamento normativo, formazione ad hoc e la validazione dei piani per le comunità che intraprenderanno percorsi autonomi, sempre nel rispetto di standard condivisi di qualità.

“Vogliamo costruire territori in grado di camminare con le proprie gambe – sottolinea Giordano –, capaci di affrontare la transizione ecologica con strumenti solidi. Questo significa investire nelle persone, nelle relazioni e nelle conoscenze. Solo così un modello come quello delle CER diventerà una vera leva di cambiamento sociale e ambientale”.

Con questo nuovo programma, Fondazione Cariverona conferma quindi una visione concreta e lungimirante: creare un ecosistema energetico condiviso, che non lasci indietro nessuno e che sia capace di evolversi nel tempo, fino a diventare un esempio replicabile. Perché l’energia pulita non è solo una questione tecnica: è, prima di tutto, una scelta culturale e collettiva. E in questa direzione, la Fondazione resterà al fianco dei suoi territori. Fino in fondo.