Economia di Redazione , 28/04/2025 15:22

L'artigianato veronese mostra stabilità, Luppi: "Non basta più fare bene il proprio mestiere"

Luppi
Luppi

L’artigianato veronese rappresenta ancora oggi una componente fondamentale del tessuto economico locale, con oltre 23.000 imprese attive che costituiscono il 25,5% delle aziende registrate in provincia. Un presidio diffuso, fatto di piccole realtà produttive, spesso familiari, che resistono nonostante le difficoltà congiunturali.Dietro questi numeri si nasconde però una questione più profonda, che riguarda la capacità del comparto di esprimere un’identità forte, riconoscibile, capace di differenziarsi e di attrarre nuove generazioni di imprenditori. 

I dati della Camera di Commercio di Verona segnalano una sostanziale stabilità nel numero di imprese artigiane (+0,3% rispetto all’anno precedente), mentre il manifatturiero locale, in cui molte di queste aziende operano, ha registrato nel 2024 una flessione della produzione (-0,4%) e degli ordinativi, sia interni (-0,5%) che esteri (-0,7%), segnale di fatica che si aggiunge alle sfide strutturali del settore. 

«Oggi l’artigianato veronese vive una fase di transizione, a metà strada tra il mantenimento delle tradizioni e la necessità di innovare profondamente il proprio modo di essere», commenta Luca Luppi, presidente di Casartigiani Verona. «Non basta più saper fare bene il proprio mestiere: servono una visione d’insieme, competenze digitali, capacità di promuoversi nei mercati internazionali, attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. Ma soprattutto serve ritrovare un’identità condivisa, che ci consenta di raccontare chi siamo e perché il nostro lavoro ha ancora valore». 

Uno sguardo alle previsioni economiche per il periodo 2023-2027 mostra che Verona potrebbe beneficiare di un moderato incremento del valore aggiunto (+0,6% annuo), con un’occupazione prevista in crescita dell’1,5%, superiore alla media italiana. Il tasso di attività della popolazione tra i 15 e i 64 anni dovrebbe raggiungere il 73,3%, e il tasso di disoccupazione restare basso (1,9%), dati che disegnano un quadro positivo per chi vorrà investire nel lavoro e nella formazione. Ma questi numeri, per tradursi in una reale opportunità per l’artigianato, richiedono uno sforzo collettivo nella costruzione di filiere locali solide, nell’innovazione dei processi produttivi e nella capacità di intercettare nuove domande di mercato. 

«Dobbiamo essere orgogliosi del nostro saper fare, ma dobbiamo anche imparare a comunicarlo meglio», continua Luppi. In questo scenario, il rischio è che l’artigianato resti schiacciato tra la grande industria e il commercio globalizzato, incapace di trovare una propria collocazione chiara. «Il futuro non è scritto, ma dipende dalle scelte che sapremo fare oggi. L’artigianato veronese ha tutte le carte in regola per essere protagonista, ma deve avere il coraggio di cambiare, di mettersi in discussione e trovare la propria identità», conclude il presidente di Casartigiani Verona.