Nuove truffe online, false mail dell'INPS che promettono rimborso di 715 euro

L’ANAP Veneto, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Veneto, lancia un nuovo allarme truffe contro gli anziani. L’INPS ha segnalato una nuova frode online che sfrutta il nome dell’Istituto per indurre le vittime a fornire dati personali e bancari attraverso false email che promettono un rimborso di 715 euro. Un inganno che mette a rischio il patrimonio e la sicurezza dei cittadini più vulnerabili, in particolare quelli della terza età. L’email si presenta con il logo ufficiale dell’INPS e invita a cliccare su un link con la dicitura “Continua sulla pagina dedicata”, con la scusa di dover aggiornare i dati per ricevere il presunto bonus. In realtà, cliccando, si finisce su un sito fraudolento che ruba informazioni sensibili. L’INPS, nel segnalare la truffa, ha raccomandato gli utenti di non cliccare su nessun link e soprattutto di non fornire alcun dato. Invita anzi a consultare la pagina ufficiale dedicata alla prevenzione delle truffe: INPS - Attenzione alle truffe.
Secondo Severino Pellizzari, Presidente di ANAP Veneto, il fenomeno delle truffe agli anziani è in costante crescita e richiede un impegno collettivo per arginarlo. “Questo tipo di truffe continua ad aumentare. Bisogna stare molto attenti a non dare dati personali o le proprie coordinate bancarie – avverte il Presidente Pellizzari -. Chiediamo l’aiuto di tutti, in particolare dei familiari, affinché informino i propri cari che vivono da soli su questi pericoli. Noi facciamo la nostra parte aiutando i soci a utilizzare nel modo corretto lo smartphone. Gli anziani sono particolarmente vulnerabili a questi attacchi, spesso perché meno abituati all’uso delle tecnologie digitali e meno consapevoli dei pericoli del phishing”.
ANAP Veneto sottolinea la necessità di intensificare le campagne di informazione e formazione per gli over 65, affinché possano riconoscere i segnali di pericolo ed evitare di cadere nelle trappole dei truffatori, che creano danni non solo economici ma anche psicologici e di ulteriore isolamento sociale di chi ne è vittima. “Diventa strategico creare una rete di protezione familiare e sociale – afferma Pellizzari -. Figli, nipoti, amici e operatori sociosanitari devono essere coinvolti attivamente nel sensibilizzare gli anziani su questi rischi. Solo con un impegno comune sarà possibile contrastare in modo efficace questi atti criminali e tutelare i nostri anziani”.