Sfonda l'opa Generali, al Leone l'84,5% di Cattolica
Va in porto l'opa di Generali su Cattolica Assicurazioni, con il Leone di Trieste in grado di superare di slancio la quota del 66,67% del capitale, "soglia" a cui aveva subordinato l'efficacia della sua offerta, pur riservandosi di rinunciarvi in caso di conseguimento di almeno il 50% del capitale. Alla fine le adesioni si sono attestate al 84,5%, dopo che in giornata è arrivata anche il sì dell'ultimo grande azionista rimasto in bilico, la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, presieduta da Mario Cera, negoziatore nel giugno del 2020 dell'ingresso delle Generali nella compagnia veronese per conto dell'ex presidente Paolo Bedoni.
Chiara la soddisfazione a Trieste dove il ceo Philippe Donnet - la cui riconferma è oggetto di un aspro scontro tra i soci, con Mediobanca favorevole e i pattisti Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio contrari - è riuscito a chiudere l'operazione senza dover ritoccare l'offerta, evento più unico che raro nel panorama delle opa che si sono susseguite a Piazza Affari negli ultimi due anni. Grazie alla quota il Leone potrà disporre l'incorporazione di Cattolica in Generali, disponendo del controllo di diritto dell'assemblea straordinaria.
Il delisting assicurerà la massimizzazione delle sinergie, stimate a regime in più di 80 milioni di euro a fronte di costi di integrazione una tantum di 150-200 milioni. Per la quota raccolta in opa Generali, che è stata assistita dagli advisor Mediobanca, Bofa e Rothschild, ha speso 937 milioni di euro, che si aggiungono ai 300 milioni che ha pagato nel 2020 per il 23,67% del capitale, portando a circa 3,1-3,2 miliardi di euro quanto speso da Donnet in acquisizioni nell'arco del piano in esaurimento a dicembre, su una previsione di 4 miliardi di euro.
Con Cattolica il Leone diventa leader nel mercato danni italiano, superando Unipol, e rafforza la sua presenza nel vita, acquisendo 3,4 milioni di clienti e 4,7 miliardi di euro di premi. In Borsa la compagnia veronese ha chiuso in calo del 2,7% a 6,58 euro, dopo essere arrivata a cedere più del 6%. Sfumato l'obiettivo di strappare un rilancio, i soci che sono rimasti con le azioni in mano riceveranno titoli Generali sulla base di un concambio - è scritto nel prospetto - "che potrà non incorporare alcun premio" e senza potersi avvalere del diritto di recesso.