Cultura di Redazione , 04/11/2025 18:20

Si chiude a Castelvecchio la mostra Fascismo, Resistenza e libertà: oltre 120mila visitatori

Mostra Fascismo e libertà

Con oltre 120 mila visitatori complessivi (124.025, per la precisione) , tra cui più di 200 gruppi scolastici e centinaia di visite guidate, si è conclusa al Museo di Castelvecchio la mostra Fascismo Resistenza Libertà. Verona 1943–1945, promossa dal Comune di Verona – Assessorati alla Cultura e Direzione Musei Civici e alla Memoria storica, in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e con il riconoscimento del Ministero della Cultura quale iniziativa di rilevante interesse culturale.

Inaugurata il 14 marzo e prorogata fino al 2 novembre 2025 grazie al grande successo di pubblico, l’esposizione ha portato a Castelvecchio oltre 15 mila visitatori in più (15.569), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La mostra ha restituito al cuore della città un racconto corale sulla memoria del biennio 1943–1945, attraversando gli anni più drammatici e decisivi della storia italiana: l’occupazione, la deportazione, la resistenza, la liberazione.

Ospitata, tra le altre, in sala Boggian di Castelvecchio, luogo simbolo del Congresso del Partito Fascista Repubblicano e del processo ai gerarchi “traditori” del Gran Consiglio, la mostra ha ripercorso il passaggio dalla dittatura alla democrazia proprio là dove si consumarono alcune delle pagine più significative di quella stagione.

Un lavoro di ricerca e di responsabilità civile
L’esposizione, curata da Andrea Martini, Federico Melotto, Marta Nezzo e Francesca Rossi, ha rappresentato un vero e proprio laboratorio di memoria e di responsabilità civile, capace di coniugare rigore storico, narrazione visiva e innovazione museale. Attraverso documenti, opere d’arte, filmati d’epoca, ricostruzioni digitali e testimonianze olografiche, il percorso ha coinvolto un pubblico trasversale, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni.

Un progetto condiviso e partecipato
La realizzazione di Fascismo Resistenza Libertà è stata possibile grazie a un’ampia rete di collaborazioni scientifiche e istituzionali, coordinate dai Musei Civici di Verona.

L’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea ha assicurato l’impianto storico e la solidità della ricerca, mentre la Fondazione AGSM AIM ha sostenuto con convinzione la promozione del progetto nell’ultimo periodo di apertura, favorendo un’ampia partecipazione del pubblico da tutto il Veneto.

L’Associazione Amici dei Civici Musei di Verona ha creduto nella mostra fin dalle prime fasi, investendo risorse nella didattica museale, e alle scuole di ogni ordine e grado, che con entusiasmo hanno aderito alle attività educative proposte.

Di particolare rilievo l’attività e l’impegno profusi da Francesca Rossi, già Direttrice dei Musei Civici di Verona e oggi in forza al Comune di Milano, che ha fornito un decisivo contributo nella concezione e nella realizzazione dell’allestimento, nonché per il lavoro di collegamento tra le istituzioni museali di Verona e quelle milanesi.

Un percorso di preparazione condiviso
Il progetto espositivo è stato preceduto da un percorso di approfondimento sviluppato attraverso i seminari all’Istituto agli Angeli, organizzati dall’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea in collaborazione con la Didattica Museale del Comune, grazie anche al lavoro di Carla Avanzini. Un’iniziativa che ha contribuito a costruire un dialogo con il mondo scolastico e a gettare le basi per la partecipazione delle classi alla mostra.

Una mostra e un catalogo che restano
La mostra è stata accompagnata dal catalogo Electa, oggi considerato un contributo di rilievo per la ricerca storica e artistica sulla Verona del biennio 1943–1945. Il volume, articolato in una parte nazionale e una locale, affronta la transizione dal fascismo alla liberazione e alla ricostruzione, mettendo in luce il ruolo della città come “cuore della tempesta”, sede di ministeri, carceri, deportazioni e, infine, di resistenza e rinascita.

Le iniziative collaterali
Nel corso dei mesi di apertura, Fascismo Resistenza Libertà ha generato numerose iniziative di approfondimento:
•le mappe tematiche dedicate alla “Città delle prigioni”, “Città ferita” e “Città liberata”, che hanno dato vita a percorsi urbani alla scoperta dei luoghi della memoria;
•tre serate di cinema a Castelvecchio, con la proiezione di All’armi siam fascisti, Il terrorista di Gianfranco De Bosio e C’eravamo tanto amati, che hanno collegato linguaggi e generazioni in un racconto coerente di riflessione civile.

Un successo di pubblico e di critica
La mostra è stata presentata anche a Milano, alla Casa della Memoria e a Palazzo Marino, raccogliendo attenzione e riconoscimenti da parte di istituzioni e media nazionali.
La rassegna stampa ha riportato ampi servizi sulle principali testate generaliste e di settore, da Il Sole 24 Ore al Corriere della Sera, da Il Giornale dell’Arte ad Artribune. 

Nell’ultima settimana di apertura, grazie anche all’iniziativa della “Domenica al museo a 1 euro”, sono stati registrati 5.730 visitatori, con un vero e proprio boom di presenze nell’ultimo giorno.

Considerando che nel 2024 il Museo di Castelvecchio aveva registrato una media giornaliera di 562 visitatori, il periodo della mostra ha comportato un incremento stimato di oltre 40.000 ingressi.

Una mostra che lascia un’eredità
Fascismo Resistenza Libertà. Verona 1943–1945 lascia un segno tangibile nella memoria della città: un archivio di testimonianze, un patrimonio didattico, un catalogo di ricerca e una rete di collaborazioni che continueranno a produrre cultura e consapevolezza.

Assessora alla Cultura Marta Ugolini
“Questa mostra ha rappresentato un’occasione di consapevolezza collettiva e un atto di restituzione alla città. Verona, teatro di occupazione, deportazioni e resistenza, ha saputo accogliere con maturità un percorso di riflessione condivisa. I numeri testimoniano un interesse profondo: studenti, famiglie, studiosi e cittadini hanno voluto esserci, in un anno che segna l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo”.

Assessore alla Memoria storica Jacopo Buffolo
“Questa mostra è stata una grande operazione di Storia pubblica nella nostra città,ha permesso a moltissimi giovani, cittadini e turisti di conoscere un pezzo di storia che di rado aveva avuto spazio adeguato. Come dimostrano le tante attività collaterali che abbiamo promosso in quest’anno la mostra è stata generativa di nuovi approfondimenti e ci auguriamo che la ricerca possa continuare a far riemergere pagine di storia. Lo spaccato 1938-1948 ci ha raccontato come l’Italia fascista si è gettata nella guerra e anche come, grazie alla Resistenza si è avviato il processo di Pace e costruzione democratica. Una riflessione che è oggi, di fortissima attualità per i tanti conflitti in corso”.

Presidente Istituto Veronese Federico Melotto
Direttore Istituto Veronese Andrea Martini
“L'istituto per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea ha sostenuto fin da subito questa importante iniziativa, una sfida che poteva sembrare complicata. Una sfida, però, che abbiamo vinto. Dare forma e voce a temi storici di cui ci occupiamo ogni giorno attraverso una mostra immersiva all'interno di Castelvecchio era un'idea che accarezzavamo da tempo e che grazie alla disponibilità dell'amministrazione comunale e dei Musei civici siamo riusciti a concretizzare. Tantissimi sono stati i riscontri positivi, i veronesi, ma non solo, hanno visitato la mostra, hanno imparato qualcosa in più della storia recente della loro cittá e non di rado si sono emozionati. Si é trattato di una grande opera di divulgazione storico-artistica che ci rende davvero orgogliosi”.

Francesca Rossi, già Direttrice dei Musei Civici di Verona e oggi in forza al Comune di Milano
“E' stato uno dei progetti corali più significativi e coinvolgenti realizzati dai Musei Civici. Le ricerche svolte su piu' fronti per prepararlo hanno toccato intimamente la storia europea e della comunità  veronese, ma anche vicende del Museo di Castelvecchio e del patrimonio culturale cittadino sinora poco esplorate. Realizzarlo con i colleghi dei nostri musei e con l'Istituto per la storia della Resistenza e dell'età Contemporanea, insieme a Federico Melotto, Andrea Martini e a Marta Nezzo è stato un privilegio e una bellissima avventura. Il percorso innovativo creato, in parte multimediale, meriterebbe un allestimento permanente”.