"In principio", alla Biblioteca Civica l’installazione dell’Accademia di Belle Arti

La Biblioteca Civica di Verona apre le sue porte alla mostra «In principio», un’opera collettiva ideata e realizzata da studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti statale di Verona che frequentano il secondo anno del biennio di Atelier Direction - Mediazione culturale dell’arte. L’installazione inaugurata venerdì 6 giugno alle ore 18, resterà visibile al pubblico fino al 20 giugno.
L’opera, dedicata al tema della resilienza della parola scritta, nasce dall’approfondimento del corso di Progettazione per la pittura tenuto dalla professoressa Daniela Rosi, che durante il secondo semestre ha guidato il gruppo nell’esplorazione del concetto di libro come simbolo di trasmissione culturale. La mostra è il risultato della collaborazione tra studenti e studentesse dell’Accademia, i giovani creativi del Centro diurno Solidarietà di Vigasio e della Casa famiglia Don Calabria, oltre alle realtà culturali Mamo Educational Foundation e libreria Il Minotauro e all’artista Alessandro Mutto, che hanno fornito i volumi utilizzati nel progetto e il materiale utile alla realizzazione dell’installazione.
L’opera si è sviluppata attraverso un percorso laboratoriale articolato in più incontri, durante i quali studentesse e studenti e gli ospiti esterni hanno elaborato testi, approfondito l’aspetto della lettura, sperimentato l’uso della voce come strumento che fornisce un corpo alla parola e partecipato alla realizzazione materiale dell’installazione.
La creazione si basa sull’uso di tomi enciclopedici e della cartapesta, un materiale ottenuto dalla rielaborazione di libri di seconda mano trasformati in “mattoni” simbolici che compongono la struttura delle rovine dell’antica Porta Leoni, uno dei principali punti di accesso alla Verona romana. Il progetto si ispira infatti a questi resti che per decenni hanno rappresentato lo scambio tra la città e l’esterno, favorendo lo sviluppo culturale che ancora oggi caratterizza il patrimonio veronese. Nell’installazione è presente anche una traccia audio costruita sulla base dello studio di quattro autori (Antonin Artaud, Dino Campana, Carmelo Bene e Demetrio Stratos) che si intreccia con la parte visiva per rappresentare le molte applicazioni, trasformazioni e contaminazioni della cultura.
«Non sempre si tiene in considerazione che anche le parole, scritte o parlate, sono una forma d’arte. L’arte e la cultura possono essere strumenti di resilienza e rinascita. Sono orgoglioso del lavoro dei nostri studenti, che con creatività e passione hanno dato vita a un’opera così significativa dando un ulteriore significato che va oltre quello delle parole stesse», osserva il presidente dell’Accademia, Andrea Falsirollo. Aggiunge il direttore dell’Accademia, Francesco Ronzon: «Nell’installazione si racchiude il valore della trasmissione culturale attraverso il simbolo del libro e della parola. È un progetto che testimonia l’impegno della nostra istituzione nel promuovere il dialogo tra realtà diverse».