Cultura di Redazione , 26/03/2025 17:00

A Palazzo Barbieri la Verona della Ricostruzione in nuova esposizione con documenti d'archivio

Mostra Resistenza
Mostra Resistenza

“Dalle macerie alla rinascita. Il progetto di Ricostruzione negli archivi del Comune”. Nella sala Falcone Borsellino di Palazzo Barbieri, è visibile al pubblico la nuova mostra promossa dal Comune di Verona in occasione della ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal Nazifascismo (1945-2025).

Un percorso storico-archivistico, inaugurato oggi dall’assessore alla Memoria storica Jacopo Buffolo, strutturato fra fotografie e documenti storici, che punta a far riflettere il visitatore sull’attuale conformazione urbanistica di Verona, erede della distruzione causata dai bombardamenti che hanno profondamente segnato la nostra città tra il 1943 e il 1945.

Realizzata grazie al lavoro dell’Archivio Generale del Comune di Verona, la mostra è il frutto di una preziosa collaborazione con la Direzioni Attuazione Urbanistica-PEBA e i Servizi ai Cittadini del Comune di Verona, l'Associazione Consiglieri Emeriti del Comune di Verona, l'associazione "Vivere la Storia", Carolina Marconi, Giovanni Squaranti, Leonardo Milazzo.

Cuore dell’esposizione è il Piano di Ricostruzione, che rivela la complessità dell’opera svolta dall’ingegnere Plinio Marconi nello studiare e riprogettare urbanisticamente una città gravemente colpita, protagonista non solo della rinascita fisica ma anche di un vero e proprio boom demografico nel dopoguerra.

La mostra – precisa l’assessore Jacopo Buffolo – vuole invitarci a riflettere sull’attuale conformazione urbanistica di Verona, erede della distruzione causata dai bombardamenti che hanno profondamente segnato la nostra città tra il 1943 e il 1945.
Visitare questa mostra è un’occasione preziosa, in particolare per noi veronesi: conoscere ciò che la nostra città ha vissuto in un passato non ancora così lontano ci permette di guardare con occhi nuovi i luoghi che abitiamo quotidianamente – luoghi che, ottant’anni fa, erano ancora tutti da ricostruire. Farlo in un mondo attraversato da nuovi conflitti che colpiscono le città e i loro abitanti e in un Europa dove i movimenti nazionalisti tornano a fomentare odio e divisioni, deve spingerci ad un maggiore impegno perché pace, democrazia, uguaglianza e libertà continuino ad essere valori non negoziabili e indiscutibili”.

Attraverso documenti e fotografie d’epoca, la mostra racconta il contesto in cui è nato il Piano: dai bombardamenti che hanno ferito Verona nel profondo – con pesanti perdite umane e ingenti danni al patrimonio monumentale, artistico e culturale – fino alla fase immediatamente successiva alla fine della guerra. In quel periodo, la nuova Amministrazione comunale, guidata dall’allora sindaco socialista Aldo Fedeli, si trovò ad affrontare le enormi sfide legate alla ricostruzione della città e dei suoi ponti. Ancora oggi, alcuni rifugi antiaerei – segnati sui palazzi del centro storico – testimoniano la difficile quotidianità vissuta in quegli anni.

Percorso espositivo
I pannelli fanno inoltre da cornice alla teca dedicata alla biografia del loro autore che lavorò sia per l'amministrazione scaligera che per altri grandi Comuni come Bologna, Trento, Vicenza, Salerno, e di cui nel 2025 ricorrono i cinquant'anni dalla morte.
I resto dell'esposizione è dedicato ad approfondimenti sul periodo e sul contesto in cui il Piano di Ricostruzione fu voluto dall'Amministrazione. Alla sinistra dei pannelli si trovano un totem e una teca che raccontano il primo Piano Regolatore progettato nel 1938 ma mai realizzato, la cronologia dei bombardamenti subiti da Verona e una panoramica dei danni da essi causati.

Al centro e alla destra della sala, documenti e fotografie testimoniano la distruzione e la ricostruzione di palazzo Barbieri, di alcuni ponti della città - con relativi modellini 3D -, del Lazzaretto e del carcere agli Scalzi, punto nodale nelle vicende della Resistenza veronese.

Infine, le ultime due teche sulla destra raccontano il periodo amministrativo fra la fine della guerra e le elezioni del 1946, al cospetto del busto del primo sindaco Aldo Fedeli, e un excursus sul sistema dei rifugi antiaerei presenti in città.