Domenica, a Verona, la giornata nazionale del sacrificio degli alpini

Ottantadue anni fa, durante la Seconda guerra mondiale, finiva la battaglia di Nikolajewka. Gli alpini italiani si ritiravano dalla Russia in condizioni disumane, nella steppa innevata con temperature che andavano dai -20 gradi di giorno, -40 la notte. Le perdite maggiori, circa 41mila uomini, furono nel corpo degli alpini; il 60per cento di loro morì tra i ghiacci. Per non dimenticarli, il 26 gennaio è stata istituita la Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio degli Alpini, e che nel veronese si concretizza in una serie di cerimonie e commemorazioni capillarizzate domenica su tutto il territorio.
In città, è il Sacrario Militare, all’interno del Cimitero Monumentale di Verona, a ospitare l’evento. Alle 10.30 il cappellano sezionale don Rino Massella celebrerà la messa nella chiesa del Santissimo Redentore (chiesa del cimitero) mentre alle 11.30 si terrà la cerimonia di commemorazione al Tempio Ossario del Sacrario Militare con la deposizione di una corona di alloro e la partecipazione delle autorità militari e cittadine, del vessillo sezionale, dei consiglieri sezionali e di zona dell’ANA Verona oltre che una rappresentanza della Protezione Civile e di tutti i Gruppi della città con i relativi gagliardetti. In provincia, invece, ciascun gruppo ha organizzato nel proprio territorio di competenza una cerimonia analoga davanti a tutti i monumenti ai Caduti presenti nei paesi del veronese.
“Questa Giornata non vuole glorificare la guerra, bensì sottolineare i valori umani e morali che gli Alpini e tutti i soldati italiani hanno incarnato in quella tragica circostanza: la capacità di sacrificarsi per il bene comune, la solidarietà tra compagni e la tenacia di fronte alle avversità più estreme. È un monito per le generazioni future, affinché non dimentichino il prezzo della guerra e l’importanza della pace”, fa il punto sul significato della Giornata nazionale della Memoria e del Sacrificio alpino il presidente dell’ANA Verona Maurizio Trevisan. “Definire il 26 gennaio come una “festa” sarebbe un grave errore, perché ridurrebbe il senso di una ricorrenza che ha invece una connotazione profondamente riflessiva e simbolica. La Giornata nazionale della memoria e del sacrificio non esalta il conflitto ma ci ricorda quanto siano preziosi la pace, la solidarietà”, conclude Trevisan citando anche “il senso del dovere verso la comunità”, che per gli alpini veronesi si traduce nelle migliaia di ore di volontariato e protezione civile che le penne nere spendono a favore della collettività. Come specificato anche nella legge che l’ha istituita, la Giornata intende infatti anche evidenziare il loro ruolo sociale e solidale in tempo di pace.