Tecnica a infrarosso, simbolo capacità femminile di guardare oltre: la mostra al Confortini

È stata inaugurata la mostra fotografica “Presenzassenza, il mantra del fiume”, organizzata dal Cug Aoui Verona (Comitato per le pari opportunità) e inserita nel programma delle manifestazioni promosse dal Comune di Verona per la Festa della donna.
Fino al 16 marzo, nella sala mostre della piazza al Polo Confortini, saranno esposte 16 immagini della fotografa Antonella Vecchi, accompagnate dai testi della poetessa Nadia Bettini. Orario di visita a disposizione del pubblico presente all’ospedale di Borgo Trento è dalle 10 alle 12. L’iniziativa ha l’adesione del Lions Verona Gallieno. Domani, alle ore 17, ci sarà l’incontro con le autrici e la presentazione del catalogo con l’illustrazione dei testi, condotto dalla psicoterapeuta Roberta Siani.
La particolarità delle fotografie è che si tratta di scatti in bianco e nero a infrarosso, una tecnica che permette di riprendere dettagli e ombre solitamente non visibili dall’occhio umano. Le foto sono state scattate lungo l’Adige durante la pandemia, quando il distanziamento sociale ha reso protagonista la natura e favorito un approccio più intimista. Infatti, sottotitolo della mostra è “La rivoluzione gentile, immagini e parole di rinascita”.
All’inaugurazione erano presenti il direttore generale Callisto Marco Bravi, la presidente del CUG Marina Spallino, la fotografa Antonella Vecchi e la rappresentante del Lions Roberta Siani.
Callisto Bravi: “Il nostro Cug aziendale è sempre attivo sui temi della parità di genere e lo fa con iniziative non scontate. Questa mostra ha immagini affascinanti che effettivamente stimolano nelle persone una riflessione. Guardandole, ci si interroga sul senso profondo delle cose, sull’esistenza che va oltre la presenza dell’essere umano”.
Marina Spallino: “Come Cug collaboriamo con il Lions Gallieno e anche quest’anno partecipiamo alle iniziative del Comune di Verona. La mostra fotografica propone un punto di vista femminile sul mondo che ci circonda, non a caso il sottotitolo è ‘La rivoluzione gentile - immagini e parole di rinascita’. Le foto saranno esposte fino al 16 marzo”.
Antonella Vecchi: “Abbiamo messo come sottotitolo ‘La rivoluzione gentile’ perché sia io sia la poetessa Nadia Bellini ci vediamo come rivoluzionarie. Non nel senso della protesta in piazza, ma rivoluzionarie per un diverso approccio nel quotidiano. La nostra arma è la gentilezza, mi piace definirci guerriere con un fiore in mano. Ed è il messaggio della mostra, con foto scattate a infrarosso durante la pandemia. Questa tecnica lascia vedere ciò che l’occhio umano non vede. Lascia passare una tridimensionalità con un effetto visivo che costringe a fermarsi, a guardare mettendosi in contatto con se stessi. È un percorso interiore, un viaggio meditativo attraverso il messaggio dell’Adige. Il fiume simboleggia il cambiamento, la capacità di trasformarsi, quindi di rincontrarsi con la nostra essenza dell’umanità”.