Federico Ferrarini alle radici della creatività: dal 15 al 17 ottobre a Veronafiere

Quattro opere e due installazioni per raccontare “Le radici” di un percorso artistico che, dopo il periodo arido e complesso dettato dalla pandemia, intende riportare la bellezza e la creatività al centro della quotidianità. È questo il messaggio delle proposte dell’artista veronese, Federico Ferrarini, selezionate per ArtVerona nello spazio di Kromya Art Gallery (Veronafiere, 15-17 ottobre, Pad.11/B12) e per il suo fuori salone, alla Smile Gallery (Verona, Viale del Lavoro 32 – evento privato su prenotazione, in contemporanea alla fiera).
Un unico fil rouge per le due esposizioni, entrambe riferite alla seconda tappa dell’ultimo progetto creativo dell’artista. “Gemina, il cammino della creazione” è infatti il nome che identifica l’itinerario pittorico-contemporaneo ed esperienziale di Ferrarini. Un’opera complessa in quattro tempi per altrettanti spunti di riflessione (seme, radici, gesto e portale), che avrà il suo compimento finale nell’estate del 2022.
Federico Ferrarini, 45 anni, vive e lavora tra Verona e Miami. Inizia la propria carriera verso la fine degli anni Novanta, mentre frequenta l’Accademia di Belle Arti tra Bologna e Venezia.
Il sole è l’archetipo che meglio rappresenta il processo creativo e il messaggio intrinseco al suo lavoro. La serie SOLE ha la propria origine dalla ricerca spirituale di Ferrarini e della sua continua e naturale evoluzione. Si tratta di una meditazione creativa profonda, che si realizza attraverso la vibrazione del colore e la gestualità dietro ad ogni segno. Ha collaborato con diverse gallerie in Italia e all’estero ed ha partecipato ad esposizioni presso istituzioni pubbliche e private di rilievo, tra gli altri il James L. Knight Center di Miami, Palazzo Garzoni Moro a Venezia, e più recentemente il Macro di Roma.
Legato alla pittura, negli ultimi anni si avvicina alla scultura proponendo nel 2018 Vesseldata, opera pensata come estroflessione ambientale del suo archetipo pittorico -il sole- ed esemplificazione del Wormhole einsteniano. Il rapporto spazio-tempo è dunque centrale nella sua ricerca, attualmente rivolta verso un’indagine sul suo personale linguaggio composto dai monoliti, le entità che affollano le superfici dei suoi lavori e che vi si dispongono come guidati da una forza cosmica. Per le sue opere usa pigmenti puri e polveri minerali, colori vibranti che rendono le tele di forte impatto.