La sindaca di Castel d’Azzano: “I Ramponi hanno rifiutato ogni offerta di aiuto”

I tre fratelli Ramponi "non erano seguiti, non si erano mai rivolti al Comune per chiedere aiuto. Erano chiusi in loro stessi, isolati". Lo spiega Elena Guadagnini, sindaca di Castel d’Azzano, dove si è verificata l'esplosione di un'abitazione in cui sono morti tre carabinieri.
"L'anno scorso - racconta Guadagnini - per la prima volta ci hanno manifestato il loro disagio, in quell'occasione ci siamo mossi noi. Li abbiamo convocati, abbiamo mandato raccomandate, abbiamo cercato di coinvolgerli e di manifestare la nostra disponibilità per un aiuto. Ma loro hanno sempre rifiutato. Siamo riusciti con un piccolo stratagemma a intercettare la signora Maria Luisa, la nostra assistente sociale è riuscita a instaurare un rapporto di fiducia”.
Da lì "abbiamo tentato un rapporto di mediazione con le autorità preposte che stavano seguendo la vicenda. Abbiamo invitato la signora ad affrontare un paio di colloqui, ma lei è rimasta sempre fredda e ferma sulla sua posizione, uguale a quella dei fratelli: quella di non lasciare la loro casa".
L'abitazione di sempre: "Erano nati e cresciuti in quella casa ed erano decisi a rimanere. Lo sportello del lavoro avrebbe potuto darci una mano a costruire un progetto di vita. Loro avevano sempre lavorato. Avevamo proposto di assisterli in prima ospitalità in un hotel o un b&b, qualcosa sul territorio. Hanno rifiutato tutto. Sono adulti e capaci, questo ci ha sempre messo con le spalle al muro: se non chiedono non è possibile costringerli. Siamo allibiti, noi ce l'abbiamo messa tutta".
A Castel d'Azzano sono stati predisposti sei giorni di lutto cittadino fino a domenica sera e nelle classi della scuola venerdì sarà osservato un minuto di silenzio.