Cronaca di Redazione , 02/07/2025 15:40

VIDEO | Militare mutilato in servizio: dopo 15 anni arriva l’adeguamento al vitalizio

Un militare dell’Esercito Italiano, mutilato in servizio, dopo 15 anni di “battaglia” legale ha ottenuto l’adeguamento dell’assegno, ricedendo un vitalizio pari alle vittime del terrorismo. Il Graduato Aiutante, attualmente in servizio al Reggimento Paracadutisti di Legnago, nel 2009 rimase gravemente ferito durante un’esercitazione. L’esplosione causò la perdita parziale della mano sinistra, con importanti lesioni ossee, tendinee e vascolari. Aveva 30 anni.

Per oltre un decennio il militare ha atteso che lo Stato gli riconoscesse quanto gli spettava. Adesso il Tribunale di Verona ha disposto l’adeguamento dell’assegno vitalizio mensile a 500 euro, pari a quello previsto per le vittime del terrorismo e arretrati per circa 20mila euro. Il militare prima di quell’incidente, aveva partecipato a missioni in Afghanistan, Iraq, Libano, e Kossovo, esponendosi a rischi estremi, tra cui amianto, agenti cancerogeni e radiazioni.

Un servizio al Paese che gli è costato la salute e una vita segnata da disabilità permanente. Nel 2014 il Ministero della Difesa gli aveva riconosciuto formalmente lo status di vittima del dovere, assegnandogli però un vitalizio ridotto a 258,23 euro, ignorando il principio di equiparazione economica con le vittime del terrorismo, come invece stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (con una sentenza del 2017). Il militare nella lunga vertenza giudiziaria è stato supportato dall’Osservatorio Vittime del Dovere, impegnato nella difesa legale e sociale di chi ha subito danni permanenti al servizio dello Stato.

“Per anni il Ministero ha negato l’evidenza giuridica, ignorando un diritto chiaramente sancito” – ha denunciato l’avvocato Ezio Bonanni, legale del militare e presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere – finalmente, dopo una lunga battaglia giudiziaria, il nostro assistito ha ottenuto ciò che gli spetta: il corretto importo del vitalizio e tutti gli arretrati. È ora che l’Avvocatura dello Stato cessi ogni forma di ostilità verso chi ha servito il Paese con sacrificio estremo”.

L’Osservatorio Vittime del Dovere in una nota ha sottolineato che questo caso non è isolato: centinaia di militari, riconosciuti vittime del dovere, ricevono ancora oggi un trattamento discriminatorio rispetto a quello garantito alle vittime del terrorismo, pur essendo accomunati dallo stesso livello di rischio, esposizione e perdita.