Dazi Usa-Ue, Carron: "A rischio il comparto manifatturiero"

«È un cambio di paradigma, quello che arriva dagli Stati Uniti con l’introduzione dei dazi base al 15% sull’export dall’Unione europea. Una tariffa che, se è la metà di quanto minacciato per lettera da Trump, è più che tripla rispetto ai precedenti dazi medi fissati al 4,8%, e senza reciprocità. Il rischio, sommato a un dollaro svalutato del 12-13% da inizio anno, non è solo quello di un impatto pesante sulle dinamiche commerciali e sulle nostre capacità di penetrazione su un mercato strategico come quello americano (22,6 miliardi di minore export italiano negli Usa secondo il Centro Studi Confindustria). Qui si rischia la tenuta economica e sociale del comparto manifatturiero italiano ed europeo, e dell’Unione stessa, se non saprà reagire con ben altra fermezza nel far valere la sua forza economica, di fronte alle politiche commerciali di Stati Uniti e Cina».
Così la Presidente di Confindustria Veneto Est, Paola Carron commenta l’accordo quadro tra Bruxelles e Washington sui dazi. Un’intesa che Carron, «in attesa di conoscere i dettagli», definisce «un compromesso obbligato che scongiura l’escalation commerciale dal primo agosto, ma rappresenta un fattore di profonda incertezza per l’economia italiana e per l’intero comparto manifatturiero europeo».
«A rischio sono i valori fondanti dell’Occidente, principi come il libero scambio, che valgano per tutti, la cui difesa serve a garantire un orizzonte di sviluppo e di crescita che altrimenti verrebbe precluso».
«Va sottolineato - prosegue Carron - come persistano ancora significative zone d’ombra sulla portata effettiva della tassazione, soprattutto in relazione a specifici settori, come agroalimentare e farmaceutico, oltre che su esenzioni e quote-soglia per acciaio ed alluminio. Bisogna continuare a negoziare e al tempo stesso attivare misure di compensazione a livello nazionale ed europeo per i settori più colpiti, attingendo anche alle risorse del PNRR o dei Fondi di Coesione, vista la situazione straordinaria. L’Europa deve cambiare marcia: il tempo è finito - dichiara la Presidente di Confindustria Veneto Est -. Vanno eliminati i cosiddetti “dazi interni”: quindi sburocratizzazione e meno norme, stop a multe e dazi autoimposti sulla manifattura europea, e un Piano industriale straordinario per l’Italia e per l’Europa per aumentare la competitività e la produttività con gli investimenti e la semplificazione, potendo anche sforare il Patto di Stabilità non solo per la Difesa, ma anche per l’industria».
«Parallelamente, bisogna stringere collaborazioni per aprirsi a nuovi mercati, Mercosur, India, Indonesia, Australia, Africa. Le nostre imprese lo stanno già facendo ed è uno sforzo che va adeguatamente sostenuto con accordi di libero scambio a livello europeo e il piano d’azione italiano per spingere l’export», conclude la Presidente Carron.