Carcere di Montorio, la denuncia dei sindacati: “Sovraffollamento e carenza di agenti”

“630 detenuti su 335 posti disponibili gestiti da 310 operatori del Corpo di polizia penitenziaria quando ne sarebbero necessari circa il doppio se si considera che il fabbisogno di 420 agenti è stato quantificato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sulla base dei posti regolamentari. Situazione, dunque, di per sé complicatissima, ma resa ancora più difficile dalla presenza di reclusi affetti da patologie mentali non adeguatamente curati e gestiti e da scelte organizzative che potrebbero come minimo essere migliorate. Tutti fattori che si ripercuotono pesantemente sui carichi di lavoro degli operatori, le cui postazioni peraltro ci sono apparse spesso insalubri, insicure e non rispettose della vigente disciplina in materia; basti pensare che in non poche circostanze manca l’illuminazione naturale e in un caso la postazione è stata ricavata in un bagno. Così come non abbiamo potuto non notare qualche recluso sdraiato a terra nella, peraltro improbabile, ricerca di un po’ di refrigerio in quelli che sono ambienti roventi anche per gli agenti. Questo il quadro che ho potuto verificare stamani durante un sopralluogo sui posti di lavoro della Casa Circondariale di Verona che ho condotto con una delegazione composta anche dal Segretario Regionale, Nicolino Budano, dal Consigliere Nazionale, Antonio Cifelli e dal Segretario Territoriale Paolo Frigione”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria sono mortificati nell’orgoglio di servitori dello Stato che non sono messi nelle condizioni neppure di ambire concretamente alla realizzazione del mandato istituzionale e stremati nelle forze per carichi di lavoro esorbitanti, in determinati orari un solo agente deve gestire manualmente anche 12 cancelli, turnazioni di servizio prolungate e compressione di diritti anche di rango costituzionale”, spiega il Segretario della UILPA PP.
“Inoltre, oltre ad aver notato alcune soluzioni organizzative sperequative e che non mancheremo di segnalare, proprio durante le ore della nostra visita venivano adottati provvedimenti non in linea con il vigente contratto di sede e che meritano un approfondimento di legittimità. Indipendentemente da questo, tuttavia, per risollevare le sorti del penitenziario di Montorio, così come quelle della quasi totalità delle carceri del Paese, va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare gli organici della Polizia penitenziari anche arrestandone l’emorragia verso gli uffici ministeriali, deve essere assicurata l’assistenza sanitaria e psichiatrica e serve avviare riforme strutturali, non certo le parole prive di logica e contenuto che ormai da troppo tempo ascoltiamo dal Ministero della Giustizia e dall’Esecutivo”, conclude De Fazio.