Al via i rimpatri, 146 italiani pronti a lasciare Israele: aereo atterrerà a Verona

Il primo volo per riportare a casa gli italiani ancora in Israele è quasi pieno. Con 150 posti disponibili e 146 pronti a partire, decollerà domenica poco prima di mezzanotte da Sharm el-Sheikh, destinazione Verona. E sarà il primo volo charter organizzato dalla Farnesina per il rimpatrio di connazionali, dallo scoppio della crisi iraniana.
In queste ore si attendono gli ultimi passaggi - tra cui il pagamento del biglietto di 500 euro, inclusi gli spostamenti da Gerusalemme o Tel Aviv - e poi via verso casa. Non si tratta di un'evacuazione, spiegano all'Unità di crisi del ministero degli Esteri, ma una facilitazione al rientro, visto che lo spazio aereo su Israele è chiuso da quando Tel Aviv ha lanciato il primo raid contro l'Iran e gli scali più vicini sono ormai affollati. L'idea dei charter dall'Egitto è del ministro Antonio Tajani e ha prevalso sulla prima opzione di Amman, più lunga. Lo racconta il capo dell'Unità di crisi, Nicola Minasi, che guida il 'cervellone' della sala operativa del ministero, no stop da giorni. E' lì che arrivano telefonate, mail, richieste di aiuto.
"Notte e giorno è uguale - continua Minasi - e durante una crisi per non perdere il senso del tempo, tracciamo tutto. Segniamo orari e luoghi dei bombardamenti, interventi, videoconferenze". A disposizione 8 computer e altrettanti colleghi, ma se tutti sono impegnati, è l'intelligenza artificiale a dare una mano. Scatta quindi un sistema di risposta automatica che nel frattempo prende i dati di chi chiama. Finora a chiedere aiuto da Israele sono stati circa 250 italiani. Per lo più pellegrini, turisti ma anche studenti e tecnici. Accanto alla sala operativa, ci sono informatici alle prese con i software di assistenza, grafici che aggiornano le cartine in base a bombardamenti e vie di evacuazione e perfino contabili, per pagare voli per i trasferimenti di emergenza com'è stato.
In quella sala "alle 6.15 di sabato mattina c'era anche Tajani per la prima videoconferenza con le ambasciate", aggiungono. Ma ora le difficoltà maggiori sono per gli italiani in Iran. Qui tra internet e cellulari in tilt, le comunicazioni sono difficilissime. Così la Farnesina ha attivato una mail - [email protected] - e conta di essere un canale diretto con i connazionali che vogliono tornare. All'inizio erano circa 450 gli italiani lì ma tanti sono residenti e molti sono riusciti a spostarsi in Turchia, Azerbaijan, Armenia. Secondo la Farnesina, ora quelli di passaggio sono meno di 100. In maggioranza hanno legami familiari, in parte sono docenti e ricercatori.