Neurodiversity Pride Day, anche Verona celebra le menti neurodivergenti

Quest’anno anche l’Italia prende parte ufficialmente al Neurodiversity Pride Day, la giornata internazionale dedicata alla celebrazione della neurodiversità (categoria alla quale sono ricondotte differenze neurologiche come autismo, Adhd, dislessia, Tourette, sindrome di Asperger) che si tiene il 16 giugno, con il Comune di Verona che, aderendo per primo nel Paese all’iniziativa, riconosce il valore della diversità neurologica come risorsa per la collettività. Grazie all’adesione a questa iniziativa, Verona si candida a diventare un punto di riferimento italiano per la cultura neuroinclusiva, promuovendo politiche e pratiche che valorizzino le differenze cognitive, comunicative e sensoriali come risorse. Oggi, in maniera simbolica, è stata donata agli assessori presenti a Palazzo Barbieri la bandiera del Neurodiversity Pride Day.
“Diamo visibilità a questa giornata, poiché la nostra Amministrazione – ha spiegato l’assessore alle Pari opportunità, Jacopo Buffolo - lavora per costruire una società sempre più inclusiva. Ci impegniamo a combattere le discriminazioni, soprattutto quelle culturali che purtroppo caratterizzano la nostra società e rappresentano barriere difficili da abbattere. La nostra parte, possiamo farla, favorirendo punti di incontro di confronto e credo che questa di oggi sia una tappa importante in questa direzione”.
“Dall'analisi portata avanti con le associazioni e con le scuole, - ha aggiunto l’assessore alla Salute e alle politiche scolastiche, educative, Elisa La Paglia - emerge un gap tra la diagnosi, il diritto alle cure, l'assistenza sanitaria educativa e poi la messa a terra di questi servizi. A volte per ragioni di difficoltà nell'accettazione della diagnosi, oppure di stereotipi rispetto al rapporto con i servizi. Anche le diverse origini culturali possono aggiungere complessità a quella che è già una realtà molto complessa. Inoltre, vi è tutta la difficoltà affrontata dagli adulti cui non è stata diagnosticata la neurodivergenza. Tali persone sviluppano capacità di adattamento, ma sono esposte al rischio derivante dalle potenziali incomprensioni nelle relazioni con gli altri. Per quanto riguarda i minori, riscontriamo in modo eclatante il rapporto tra l’Adhd, non riconosciuta, e le dipendenze da sostanze. Le neurodivergenze non diagnosticate sono la prima causa di dispersione scolastica. Quindi davvero non solo c'è necessità di mettere un focus, ma anche di intervenire aggiungendo dei servizi specifici. In questo caso sono l'accompagnamento, la mediazione culturale per le certificazioni”.
Promosso dalla olandese Neurodiversity Foundation ed organizzato in Italia da Neuro-Sive, con il coordinamento nazionale del veronese Tommaso Davi, il Neurodiversity Pride Day è giunto alla sua ottava edizione mondiale.
“Lo scorso anno ha coinvolto oltre 15 Paesi ed è in costante crescita. Si tratta di un’iniziativa – ha affermato Davi - volta a promuovere nella società le esperienze di neurodivergenza (categoria alla quale sono ricondotte differenze neurologiche come autismo, Adhd, dislessia, Tourette, sindrome di Asperger) ed a diffondere un messaggio positivo, non patologizzante, che punta all’inclusione concreta nella scuola, nel lavoro e nella vita sociale”.
“La scuola ha una grande opportunità di incidere – ha chiosato Antonella Morbioli degli Sportelli Inclusione dell’Ufficio Scolastico - se pensiamo al tempo che i nostri bambini, i nostri ragazzi, le nostre ragazze, vi trascorrono. A volte, con suggerimenti efficaci all'interno delle mura scolastiche, con docenti particolarmente sensibili, riusciamo anche a modificare il mondo di un solo bambino, di una sola bambina e della sua famiglia. E a volte succede che si cambi anche il mondo dei compagni di classe e delle compagne di classe. Un piccolo traguardo, ma in cui vale la pena credere”.
Myreia Moyano, rappresentante del Gruppo Asperger Veneto e psicologa specializzata in autismo, ha fatto una quadro dei rischi che corrono i neurodivergenti adulti non diagnosticati, soprattutto le donne. “Nel Veneto su 445 aderenti al Gruppo, 343 sono famiglie con un malato, le malate sono solo 95. Con l'associazione ci occupiamo dell’emersione del fenomeno. Le donne asperger sono esposte a situazioni di altissimo rischio e non se ne rendono conto”.