Cronaca di Redazione , 13/06/2025 13:12

Eseguito a Borgo Trento il primo trapianto di rene interamente robotico

Equipe di Borgo Trento
Equipe di Borgo Trento

Sono due fratelli di mezza età, entrambi ricoverati in Azienda ospedaliera a Borgo Trento. Sono i protagonisti di una vicenda clinica di successo con il primo trapianto di rene in Veneto interamente eseguito con chirurgia robotica mininvasiva da donatore vivente. L’operazione è stata eseguita nei giorni scorsi, la mattina è stato prelevato il rene sano e subito dopo trapiantato nell’addome del fratello malato. Entrambi hanno una cicatrice di soli 6 centimetri, a fronte di un organo di circa 14 centimetri.

Ogni anno in Italia si eseguono circa 2.500 trapianti di rene, il più frequente tra i trapianti d’organo. Più raro è invece l’intervento da donatore vivente, che rappresenta solo il 10–15% del totale, nonostante i noti vantaggi in termini di tempi d’attesa ridotti e migliori esiti postoperatori.

La peculiarità di Verona. In Aoui ci sono le unità operative di Trapianto del rene e di Urologia che ha una decennale esperienza robotica. Entrambe dirette dal prof Alessandro Antonelli, che grazie al coordinamento delle singole competenze professionali in un unico gruppo multidisciplinare ha permesso di arrivare a questo obiettivo, il primo In Veneto. Negli ultimi anni, è stata proprio la chirurgia urologica a trainare la diffusione delle tecniche mininvasive robotiche e, proprio per questa esperienza consolidata, alcuni centri trapiantologici sono riusciti a integrare con successo la chirurgia robotica anche nel campo dei trapianti di rene. Tuttavia, solo pochissimi hanno avviato un programma robotico per questo tipo di intervento, ad oggi i centri urologici italiani che hanno già eseguito trapianti renali robotici sono Firenze Careggi e Bari Policlinico. A Verona anche la trapiantologica classica del rene in chirurgia open è di lunga tradizione, iniziata a Borgo Trento nel ’68 dal prof Confortini ha finora oltrepassato i 3.000 trapianti.

L’intervento. Subito dopo il prelievo, l’organo è stato sottoposto ad una attentissima chirurgia da banco per preparare il rene all’inserimento nell’addome per il trapianto. In questi casi, il tempo è essenziale, e deve svolgersi tutto nel più breve tempo possibile. Gli urologi hanno praticato la piccola incisione robotica, alcuni dispositivi medici hanno permesso la divaricazione e poi, con un'abilità unicamente umana e non robotica, sono state fatte le manovre per il corretto posizionamento del rene. L’ausilio robotico garantisce precisione millimetrica all’atto chirurgico e alla fase ricostruttiva.

L’èquipe che ha seguito il caso. Coordinati dal prof Alessandro Antonelli, hanno contribuito una decina fra medici e infermieri di 4 Unità operative. Dalla USD

Chirurgia dei trapianti di rene: dott. Gabriele Ugolini, dott. Francesco Nacchia, dott. Momo Rostand, dott.ssa Paola Donato e Filippo Zanolli coordinatore infermieristico. Uoc Urologia: dott. Giovanni Corghi medico in formazione. UOC Nefrologia: dott. Stefano Andreola e dott.ssa Chiara Caletti. UOC Anestesia e terapia intensiva polispecialistica post operatoria dott. Paolo Persona direttore, dott. Simone Priolo UOC Anestesia e rianimazione B, Alberto Adami Infermiere anestesista e Monica Ganzaroli infermiera strumentalista sala operatoria.

Erano presenti in conf stampa: Callisto Marco Bravi, direttore generale Aoui, Matilde Carlucci, direttore sanitario Aoui, prof Alessandro Antonelli direttore Uoc Urologia e direttore Uoc Trapianto rene e tutta l’équipe.

Callisto Marco Bravi: “Con il primo trapianto di rene da donatore vivente interamente robotico, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona entra ora a far parte di una ristretta élite di centri trapiantologici, segnando un importante traguardo per la sanità veneta e per la chirurgia trapiantologica italiana. Sono particolarmente orgoglioso perché la nostra Azienda, a spiccata vocazione chirurgica, dimostra la sua propensione all’innovazione ma soprattutto al progresso dell’assistenza. Il nostro impiego di tre piattaforme robotiche concorrenziali tra loro consente un risparmio annuo di quadi due milioni, che utilizziamo per allargare la chirurgia mininvasiva ad altre specialità come la mammella, la colicisti e il cuore in toracica”.

Alessandro Antonelli: “Abbiamo svolto il primo trapianto di rene interamente robotico in Veneto. E’ stato condotto inizialmente il prelievo del rene, sempre per via robotica, dal donatore; successivamente la donazione è stata finalizzata con il trapianto verso il suo consanguineo. Entrambi gli interventi, ma il dettaglio lo poniamo soprattutto sul secondo, sono avvenuti evitando le incisioni chirurgiche perché eseguiti in maniera mininvasiva. Dal punto di vista interventistico, la robotica consente di condurre tutte le ricostruzioni, sia dei vasi sanguigni sia della via urinaria, con una precisione aggiuntiva rispetto a quella dell'intervento tradizionale. Il beneficio per il paziente, che è particolarmente fragile per la patologia di cui soffriva, è di non avere avuto una vera apertura dell'addome e quindi un recupero in termini di dolore post-operatorio molto brillante. La trapiantologia robotica del rene può anche favorire la donazione da vivente: tanto meno l'atto chirurgico impatta sulla vita di chi dona, tanto più sarà facile che avvenga”.

Matilde Carlucci: “E’ evidente la complessità di questo intervento. Tanti operatori sanitari che devono lavorare all'unisono, con preparazione specifica e condivisione costruita negli anni. Tutto questo permette tecniche innovative altrimenti non eseguibili, sia per arrivare all'intervento sia durante l’operazione. Questo gruppo si è rafforzato anche per introdurre nuove tecniche, per essere

proiettati verso il futuro, anche grazie alla formazione che in questa azienda è un pilastro fondamentale”.