Si erano sposati a Rebibbia, moglie detenuto scrive a Nordio: "Non mandatelo in patria"

La moglie veronese di una detenuto romeno rinchiuso nel carcere di Rebibbia, che dovrebbe essere trasferito in patria per scontare gli ultimi due anni di condanna, ha scritto una lettera al ministro Carlo Nordio per chiedere che l'uomo, Nicolae Ion, 52 anni, possa finire di pagare il suo debito con la giustizia in Italia.
Ion è stato trasferito solo pochi mesi fa a Rebibbia dal carcere di Verona, città dove la donna vive e dove ha pronto un lavoro quando uscirà dal carcere. Giovedì per lui c'è stata l'udienza della Corte suprema di Bucarest, che sta valutando il caso. Ma l'esito dell'udienza non è ancora stato comunicato.
Secondo la donna, Micaela Tosato, il marito "ha un percorso detentivo perfetto"; in carcere ha studiato, ha conseguito un diploma, ha frequentato l'istituto alberghiero interno alla casa circondariale, lavorando contemporaneamente nella struttura. I due si sono sposati a Rebibbia due settimane fa.
"Il giudice che ha parlato con Nicolae, che ha partecipato all' udienza in collegamento, dice che avere un lavoro, una famiglia, l'aver fatto un percorso detentivo perfetto, non sono motivi sufficienti perché lui continui a scontare la sua pena in Italia, considerando che gli rimangono solo due anni per terminare".
Tuttavia, afferma sempre la moglie, il giudice che ha partecipato all'udienza avrebbe riferito loro che "l'Italia, che conosce il suo percorso, potrebbe il procedimento per trasferirlo in Romania".