Edifici abbandonati, arriva la mappa con geolocalizzazione e aggiornamenti in tempo reale

Per la prima volta il comune di Verona si avvale di un metodo di lavoro integrato tra Direzioni e strutturato secondo le direttive dell’assessorato alla Sicurezza e con il coordinamento della Polizia locale a supporto dell’attività di mappatura degli edifici abbandonati.
Prosegue così il censimento avviato dall’amministrazione che aggiorna quotidianamente una mappa sul geoportale “SIGI” – Sistema Informativo Geografico Integrato. Un lavoro che deriva dalle quotidiane attività degli agenti, che svolgono sopralluoghi con fotografie e analisi sulle singole situazioni, scaturite anche da esposti e segnalazioni dei gruppi di Controllo di Vicinato e da semplici cittadini, messo a disposizione dei vari assessorati per le attività di competenza.
L’analisi in atto, viene poi incrociata con i dati del settore Edilizia Privata, per capire se ci sono aspetti dettati da permessi a costruire, istanze presentate, progetti fermi o mai inviati all’amministrazione comunale, nonostante negli anni siano stati inseriti nei vari piani di intervento approvato in consiglio comunale.
Alcune situazioni sono migliorate, proprio grazie alla continua opera di sollecitazione da parte della Polizia Locale ad avviare pulizie straordinarie, murature, vigilanze private, installazioni di telecamere di videosorveglianza.
Attualmente sono 101 gli immobili sotto stretta osservazione, a cui la Polizia Locale ha assegnato un codice: rosso (situazione con possibili criticità), giallo (situazione da attenzionare per segnalazioni recenti ma non gravi), verde (situazione normale o priva di segnalazioni); tali codici si modificano periodicamente, anche a seguito di nuovi episodi di occupazione abusiva, di incendi, di attività delle forze dell’ordine, di segnalazioni circostanziate come l’invio di foto o video da parte dei cittadini. Il 90 per cento è di proprietà privata, il 10 per cento sono pubblici. Altro dato rilevante per una valutazione complessiva del fenomeno, è la quantificazione tra immobili destinati ad investimenti e quelli residenziali, che corrispondono rispettivamente al 60 e 40 per cento del totale.
Gli immobili attualmente ritenuti critici sono 12, quelli di proprietà comunali sono attualmente soggetti a complessi progetti di riqualificazione finalizzati non sono alla rigenerazione paesaggistica delle aree ma anche alla loro rifunzionalizzazione con il coinvolgimento di enti e associazioni del terzo settore, con l’impegno di rimetterli al più presto a disposizione della cittadinanza.
L’esempio attuale è l’ex area delle piscine di viale Galliano, dove è in atto una radicale pulizia che non avveniva da almeno 8 anni, e dove è intervenuta AMIA con mezzi e operatori, sia all’esterno che all’interno; da circa un mese è stato inoltre attivato un servizio di vigilanza privata e contemporaneamente proseguono gli interventi giornalieri della Polizia Locale. Un’attività che negli ultimi 12 mesi ha portato a denunciare alla Procura della Repubblica 21 persone, per occupazione abusiva, al recupero di 15 biciclette e all’intervento con i Servizi Sociali per la presenza di una ragazza in attesa di un bambino.
Lo stesso vale per l’area di Raggio di Sole, dove nelle ultime settimane sono stati incrementati i controlli e murati gli immobili per impedite che vengano occupati abusivamente. Anche per Raggio di Sole è in corso un importante progetto di rigenerazione sociale che prevede la sistemazione e la gestione degli edifici e la conseguente rivitalizzazione dell’area circostante.
La stragrande maggioranza degli immobili con codice verde, ha visto la collaborazione dei proprietari, mentre in una decina di casi non è stata presentata neppure una denuncia-querela da parte del soggetto legittimato, impedendo alla Polizia Locale di intervenire immediatamente per ripristinare le condizioni di sicurezza dell’area. Fondamentale l’intervento della proprietà, ad esempio, nella zona del Porto San Pancrazio (area ex magazzini ferroviari), dove l’abbattimento di alcuni edifici e la vigilanza anche con telecamere di videosorveglianza privata, hanno praticamente ridotto gli episodi gravi avvenuti negli ultimi anni.
Vanno ricordati i molti immobili la cui costruzione non si è mai conclusa, come in ZAI, oppure immobili terminati e mai attivati oppure di ex imprese o aziende nella zona di Basso Acquar, dove diversi edifici sono vuoti da molti anni, e dove le occupazioni sono maggiormente frequenti.
Sono state notificate sei diffide da parte del Comando Polizia Locale negli ultimi tre mesi, nei confronti di altrettanti proprietari, per l’immediata pulizia, per chiusure con murature, messa in sicurezza (ad esempio area ex Falconi in viale Piave e via San Giusto in pieno centro). In caso di inottemperanza, l’assessorato alla Sicurezza propone al Sindaco la predisposizione, firma e notifica di ordinanze contingibili ed urgenti ai sensi dell’art. 54 del Testo Unico Enti Locali, dopo aver interessato il Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico e le forze di polizia dello Stato. Nel caso non si ottemperi, scatterebbero denunce penali a carico dei soggetti privati o dei legali rappresentanti di imprese o aziende.
Il nuovo strumento tecnologico, come funziona e soprattutto le finalità, sono state illustrate oggi dall’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi e dal comandante della Polizia locale Luigi Altamura. Presente il responsabile Reparto Territoriale Claudio Marai.
“Con questo strumento andiamo anzitutto a creare, per la prima volta, un metodo scientifico, razionale e soprattutto strutturato che consente un monitoraggio continuo e in tempo reale degli immobili abbandonati presenti sul territorio comunale – ha spiegato l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi-. Il risultato di un metodo che ha visto la collaborazione di più assessorati e della Polizia locale e il cui esito è davvero imponente, con oltre 100 immobili mappati su cui chiaramente si dovranno stabilire le priorità in termini di intervento e di monitoraggio del territorio. Interessante notare come il 10% di questi immobili siano di proprietà comunale e il 90% di proprietà privata, la maggioranza dei quali sono immobili di tipo industriale, la cui gestione anche dal punto di vista della sicurezza è sicuramente più complessa rispetto agli edifici residenziali. Di recente l'amministrazione è intervenuta su due dei 12 immobili ritenuti critici e di cui si è parlato di recente: l'area dell’ ex Lido, che praticamente è pronta per essere utilizzata in attività di recupera, e l'area di Raggio di Sole, per la quale sta per partire un importante progetto di rigenerazione sociale.
“Illustriamo oggi la mappa con alcuni immobili su cui si sta operando, con l’invito ai proprietari a fornire una maggiore collaborazione, perché solo così si possono evitare criticità e un degrado maggiore – ha aggiunto il comandante della Polizia locale Luigi Altamura-. I cittadini devono segnalare ogni movimento sospetto, in modo che la Polizia Locale possa intervenire tempestivamente e con tutte le forze a disposizione, al fine di migliorare la reale sicurezza urbana della città di Verona. Servono poi le denunce-querele, ho chiesto che l’elenco dei 101 immobili mappati venga portato all’attenzione del tavolo del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico. Resta il fatto che serve una compartecipazione attiva dei proprietari degli immobili, la sorveglianza non può essere esclusivamente a carico del Comune”.
Questi i 12 immobili più critici, contrassegnati con codice rosso: area ex Tiberghien a San Michele; ex piscine Lido in Borgo Milano, edificio privato adiacente ex Manifattura Tabacchi in Borgo Roma; edificio comunale in via Perloso in Borgo Milano; edificio abbandonato in via Legnago in Borgo Roma; la Bocciofila di Cadidavid; edificio via La Rizza 67; edificio in via Golino 63 in Borgo Roma; edificio in via Dora Baltea 155 alle Golosine; edificio in stradone Santa Lucia 45 alle Golosine; ex Parco raggio di Sole in centro storico; edificio ex Fanton in viale Piave quartiere Borgo Roma.

