Aggressioni al Pronto soccorso, Bigon: Regione ancora immobile, assenti misure di sicurezza

"Con l'episodio di queste ora a Borgo Trento, ci risiamo con l'ennesimo grave caso di aggressione al personale sanitario. Un'escalation che prosegue imperterrita, senza soluzioni in grado di arrestare le violenze. E poi chi governa la Regione si chiede come mai il personale che dovrebbe coprire le carenze del sistema pubblico è introvabile. In questo caso la risposta è semplice: l'incapacità o la mancanza di volontà di introdurre sistemi e strumenti di sicurezza degni di questo nome".
La dura presa di posizione è della consigliera regionale veronese del Pd, Anna Maria Bigon. Questo alla luce dell'aggressione compiuta nella notte da un uomo al Pronto soccorso dell'ospedale di Borgo Trento a Verona. A farne le spese un medico e tre infermieri che sono rimasti feriti.
'Avevamo chiesto di intervenire con investimenti importanti per la messa in sicurezza dei nostri sanitari. Le misure di sorveglianza sono indispensabili. E non da oggi: nel 2024 i casi di aggressioni al personale sanitario sono aumentati rispetto all'anno precedente. Secondo i dati (diffusi da Amsi ,UMEM e Uniti per Unire) , l'incremento in Veneto è stato del 17%, ma dalla Regione non è arrivato alcun provvedimento. Ormai quasi 1 infortunio su 10 è dovuto a un’aggressione, con le donne che vengono colpite quasi nel 70% dei casi, ben oltre i 1.500 lo scorso anno".
In conclusione Bigon evidenzia che "serve investire in chiave preventiva garantendo una significativa presenza delle forze dell’ordine nelle strutture. Per questo torno a chiedere alla Regione più attenzione su questo tema, mettendo a disposizione delle Forze dell’ordine strutture e risorse adeguate, anche valutando il ricorso a servizi di vigilanza privati, in modo da dissuadere gli episodi di violenza e garantire un intervento tempestivo".