VIDEO | Trenitalia : "Autentica la mail dove si vieta di parlare di Moussa, è prassi aziendale"
La mail che invitava i dipendenti di Trenitalia a non rilasciare dichiarazioni sulla morte di Moussa Diarra, il 26enne maliano ucciso lo scorso venti ottobre fuori dalla stazione di Porta Nuova da un colpo di pistola sparato da un agente della Polfer, era autentica. A confermarlo il Corriere di Verona, dopo che la questione era stata sollevata dall’associazione Paratodos, che nella propria buca delle lettere aveva ricevuto copia stampata del documento del quale ci si interrogava sull’autenticità. Ebbene, Trenitalia ha confermato che la mail è effettivamente vera. E lo ha fatto scrivendo un nuovo documento nel quale ha scritto testualmente, che quella disposizione, assolutamente non riguarda e coinvolge i rapporti con le autorità che stanno svolgendo le indagini, alle quali sia Trenitalia, sia i propri dipendenti hanno assicurato e continueranno a garantire la massima collaborazione.
Nella mail inoltre si spiega che da regolamento aziendale i dipendenti non possono rilasciare dichiarazioni ai media senza autorizzazione e, nel caso specifico, vista la delicatezza, è stato ritenuto ricordare la disposizione di Trenitalia con l’obiettivo di evitare possibili confusioni che rischierebbero di creare intralcio alle indagini.
Nessuna tentativo di intimorire chi potrebbe testimoniare sull’episodio, chiarisce quindi l’azienda, come invece insinuato da Paratodos, che contro questo documento aveva organizzato una nuova manifestazione. Tant’è che numerosi dipendenti di Trenitalia, presenti al momento, sono stati ascoltati dagli inquirenti, in particolare uno, testimone oculare. Inoltre sono state consegnate tutte le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza. Sul fronte Procura, fa specie pensare che i computer della sala di controllo della Polfer siano stati sequestrati solo una decina di giorni fa, a due mesi dall’omicidio. Sul posto rappresentanti della procura scaligera e agenti della scientifica della questura. Paratodos ha parlato di possibili manomissioni dei filmati. Una tesi, è bene sottolinearlo, grave e non avvalorata da alcuna prova.