Cronaca di Redazione , 11/11/2024 17:36

Lettera aperta dei Professori: "Verona non sia indifferente alla sofferenza dei senza dimora"

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Il prossimo inverno si preannuncia come un ulteriore capitolo drammatico nella vita di centinaia di persone, italiane e straniere, che nella provincia di Verona vivono in condizioni disumane, costrette a dormire per strada o in rifugi di fortuna come case o fabbriche abbandonate. Questo appello arriva da un gruppo di professori, che si fa portavoce della crescente emergenza sociale che coinvolge le persone senza dimora nel nostro territorio, chiedendo un’azione urgente e solidale da parte delle istituzioni e della comunità.

La Nuova Faccia della Povertà

La condizione dei senza dimora a Verona è cambiata negli ultimi anni, ma non è meno tragica. Oggi, molti di coloro che vivono in strada sono immigrati con regolare permesso di soggiorno, o in attesa che venga completato l’iter per la loro richiesta d’asilo. Non sono persone che rifiutano il lavoro: molti sono impiegati in aziende locali, ma non riescono a trovare un alloggio, nemmeno in coabitazione con altre persone, a causa di un mercato immobiliare paralizzato. A peggiorare la situazione, la crescente proliferazione delle locazioni turistiche, che ha sottratto ulteriore disponibilità di abitazioni a lungo termine per i residenti.

Questi individui, lontani dall’essere "accattoni molesti", sono esseri umani che lottano per la propria sopravvivenza. Sono, infatti, contribuenti del fisco italiano e lavoratori fondamentali per molte imprese veronesi. La loro invisibilità, la loro esclusione sociale e il loro dolore sono un segnale allarmante di una società che rischia di ignorare il dramma che si svolge ogni giorno nelle strade della città.

L’Europa e La Crescita Incontrollata Dei Senza Dimora

A livello europeo, il fenomeno dei senza dimora ha assunto proporzioni preoccupanti. Oltre 900.000 persone, secondo il rapporto FEANTSA (Federation of European National Organisations Working with the Homeless), dormono letteralmente per strada, con un aumento del 70% negli ultimi dieci anni. A queste si aggiungono le persone che si rifugiano in spazi di fortuna, spesso senza i servizi minimi come l’acqua corrente, rischiando di vedere la propria situazione peggiorare ulteriormente a causa dell’aumento della povertà, dei tagli alla spesa pubblica e dell’inasprirsi dell’inaccessibilità al mercato degli affitti.

Il Parlamento europeo, nella risoluzione del 24 novembre 2020, ha stabilito l'obiettivo di eliminare il fenomeno dei senza dimora entro il 2030. Un traguardo ambizioso, ma che può essere raggiunto solo se le istituzioni locali, i governi nazionali e la società civile si impegnano in modo concreto e collettivo.

La Proposta: Un’Intervento Straordinario per Verona

Secondo i professori firmatari della lettera, Verona, se vuole davvero rispondere ai valori di giustizia, solidarietà e sicurezza che contraddistinguono una "provincia europea", deve mettere in campo un impegno straordinario per aiutare chi non ha un tetto sopra la testa. Le istituzioni devono prendere in mano la situazione, assumendo un ruolo di regìa e supervisionando l’intervento, ma senza escludere alcuna soluzione a priori. È fondamentale, infatti, che le soluzioni emergenziali siano esplorate con rapidità ed efficienza.

Tra le proposte avanzate c’è l’utilizzo di spazi pubblici abbandonati, come il complesso di Quinzano di proprietà dell'ICIS, per offrire rifugio temporaneo alle persone senza dimora. Questa è solo una delle molteplici opportunità per contrastare il degrado urbano e, al contempo, rispondere a un’emergenza sociale. Allo stesso tempo, bisogna evitare che questi spazi vengano occupati illegalmente, creando situazioni di insicurezza per tutti.

Non Più Morti di Freddo: Un Appello alla Responsabilità Comune

"Non vogliamo più piangere morti di freddo nei vagoni ferroviari o nei cassonetti", affermano i professori. La semplice applicazione della legge non può diventare un ostacolo insormontabile alla ricerca di soluzioni per chi vive in una condizione di disperazione. Il diritto a un alloggio dignitoso è un diritto umano fondamentale, che non può essere negato in nome della legalità formale.

L’appello è chiaro: serve umanità, coraggio, inventiva e rapidità. La provincia di Verona ha il dovere di rispondere a questa emergenza con azioni concrete e tempestive. Non è più il tempo di rimandare o di ignorare la sofferenza di chi vive ai margini della società. La comunità veronese deve farsi carico di questo problema, non solo con l’aiuto materiale, ma anche con il sostegno morale e civile. Solo attraverso un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, cittadini, associazioni e datori di lavoro, sarà possibile rispondere con efficacia a questa crisi.

Un’azione che va oltre le parole

In conclusione, i professori firmatari della lettera non chiedono solo di “piangere” la sofferenza di chi vive senza dimora, ma di “agire”. È il momento di mettere in campo soluzioni straordinarie, soluzioni che non si limitino a interventi temporanei, ma che aprano la strada a una vera e propria politica di inclusione sociale. In questo senso, il ruolo di Verona come città europea, giusta e solidale, passa anche attraverso la capacità di garantire una vita dignitosa a chi vive ai margini, facendo di questa battaglia una priorità per tutti.