Cronaca di Redazione , 11/11/2024 9:56

Aggressione al Pronto Soccorso: mani al collo, calci e pugni a un infermiere

Pronto soccorso – Verona
Pronto soccorso - Verona

Venerdì sera un'ennesima aggressione ai danni del personale sanitario. L'episodio è avvenuto al Pronto Soccorso di Borgo Trento, dove due utenti, arrivati con ferite lievi, hanno aggredito fisicamente il personale infermieristico che stava provvedendo alle loro cure. Un atto di violenza inaudita, con mani al collo, calci e pugni, che ha messo in evidenza il crescente rischio a cui sono esposti gli operatori sanitari.

"Non possiamo più accettare una situazione simile", ha commentato Stefano Gottardi, Segretario Generale di Uil Fpl Verona. "Abbiamo assistito a un'aggressione che non ha giustificazioni. I professionisti della salute stanno svolgendo un servizio essenziale per la comunità e non devono essere costretti a subire violenze mentre fanno il loro lavoro".

L'incidente è avvenuto intorno alle ore 19, quando, dopo una lunga giornata segnata dal rallentamento dei tempi di attesa a causa di un blocco del sistema informatico, i due utenti sono stati presi in carico dal personale. La tensione era già alta, e la situazione è peggiorata dopo la fine del turno del servizio di vigilanza della Polizia di Stato, avvenuto alle 16.00, lasciando il pronto soccorso senza sorveglianza. In quel momento, l'escalation di violenza è diventata inarrestabile.

Fortunatamente, l'intervento tempestivo delle forze dell'ordine ha portato all'arresto dei colpevoli, grazie anche all'applicazione del nuovo decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, che prevede pene più severe per le aggressioni al personale sanitario. Nonostante ciò, i timori per la sicurezza dei lavoratori restano elevati.

Un appello alla sicurezza

In seguito all'aggressione, Uil Fpl Verona ha chiesto un intervento immediato alla Direzione Aziendale, sollecitando un rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine nelle strutture sanitarie cittadine. È stato richiesto anche l'adozione di un protocollo operativo che regoli la gestione degli atti di violenza, fisici e verbali, contro gli operatori sanitari, con particolare attenzione alla presa in carico adeguata delle vittime.

"È inaccettabile che, ancora oggi, quando un operatore sanitario subisce un'aggressione, l'unico strumento per segnalarla sia l'invio di un fax", ha aggiunto Gottardi. "Questo significa che ogni episodio di violenza resta solo un dato statistico, senza alcun riscontro concreto in termini di supporto o prevenzione. I danni fisici sono solo la parte visibile del problema. Le conseguenze psicologiche, come il disturbo da stress post-traumatico, se non trattate, possono portare al burnout. Alcuni dei nostri colleghi sono costretti a cercare supporto psicologico a proprie spese, mentre le istituzioni non sembrano rispondere con misure adeguate di tutela".

Una situazione sempre più preoccupante

L'aggressione al Pronto Soccorso di Borgo Trento si inserisce in un contesto già difficile per la sanità pubblica, segnato da una cronica carenza di personale e da un crescente malcontento tra i lavoratori. A ciò si aggiungono le difficoltà legate alla motivazione e al benessere degli operatori, che sono sempre più vulnerabili agli episodi di violenza. Uil Fpl Verona sottolinea come la sicurezza sul luogo di lavoro sia un tema ormai imprescindibile in un sistema sanitario che deve fare i conti con il burnout e con una grave carenza di risorse.

"Quello che è accaduto al Pronto Soccorso è il segnale che la situazione sta peggiorando", ha concluso Gottardi. "In un periodo in cui si parla tanto della carenza di personale e delle difficoltà nell'attrarre e trattenere i professionisti, un episodio come questo dimostra quanto sia urgente un cambiamento radicale nelle politiche di sicurezza sul lavoro per il personale sanitario. Le istituzioni devono dare un segnale forte e chiaro. Altrimenti, ogni parola rimarrà solo una promessa vuota".

Uil Fpl Verona chiede quindi un impegno concreto e tempestivo da parte delle autorità competenti per garantire la sicurezza dei lavoratori della sanità, che ogni giorno mettono a rischio la propria incolumità per garantire la salute della comunità.